Sono stati portati a conoscenza dai carabinieri i dettagli sull’episodio di cronaca nera avvenuto a Maniace lo scorso 21 aprile, di cui avevamo scritto lo scorso 23 aprile. Infatti, la Procura di Catania, ha reso noti alcuni particolari della sparatoria avvenuta in Corso Cavallaro. E’ stato convalidato il fermo di Massimo Pirriatore, 45enne del luogo, accusato di tentato omicidio e porto e detenzione di arma da fuoco. Ma veniamo ai fatti. Tutto ha avuto inizio tempo fa, quando la figlia 21enne di Pirriatore ha avuto una breve relazione sentimentale con un 21enne di Maniace. La storia è finita poco dopo, ma il 21enne ha continuato ad importunare la giovane ragazza. Addirittura, sembra che lo stesso abbia compiuto una spedizione punitiva contro un giovane forestiero che si era messo temporaneamente insieme alla ragazza, aggredendolo con la collaborazione di altri amici. Per questo motivo, Pirriatore ha fermato il 21enne, chiedendo di mettere fine alla avances sulla figlia e cercando di sistemare tranquillamente la situazione. Ma la discussione, è finita in un alterco, con il giovane, esperto di arti marziali, che ha aggredito il padre della ragazza, colpendolo ripetutamente.
Molto probabilmente, è stato questo ad innescare il desiderio di vendetta di Pirriatore, che a quel punto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, è andato a prendere la pistola e rintracciando il ragazzo in corso Cavallaro, accanto all’Istituto Alberghiero, ha esploso dei colpi, almeno otto, colpendo per fortuna solo la Volkswagen Golf su cui si trovava il giovane in compagnia di una diciassettenne, molto probabilmente la nuova fidanzata. Lo stesso giovane, dopo la sparatoria, ha chiamato il 112, riferendo ai carabinieri quanto accaduto. Da lì è subito partita la caccia all’uomo, con diversi posti di blocco sulle vie del paese, ma solo l’indomani intorno alle 17,30, Pirriatore veniva avvistato e bloccato dai carabinieri che lo cercavano dalla sera prima, mentre transitava in corso Margherita. Sulla sua auto venivano rinvenute 18 cartucce cal. 6,35, lo stesso calibro usato per colpire la vettura. Non è stata invece trovata, finora, l’arma usata nel raid. L’uomo, è stato posto in stato di fermo e sono state avviate le indagini che hanno portato alla convalida del fermo e alla formulazione delle accuse contro Massimo Pirriatore.
Un fatto grave, avvenuto poco dopo la visita del prefetto in paese, che aveva decantato la tranquillità del paese in questi ultimi mesi gestiti dalla commissione prefettizia dopo lo scioglimento del Comune a seguito di infiltrazioni criminali. Un gesto, quello compiuto dall’indagato, “figlio” di situazioni che dovevano essere denunciate già da tempo, proprio per evitare di farsi giustizia sommaria. Per fortuna non ci sono state vittime, sperando che tutto si fermi qui. R. P. Fonte “La Sicilia” del 30-04-2022