Operazione della Guardia di Finanza a Messina e provincia, con una stretta su 25 persone, tutti appartenenti a varie cosche del Messinese, che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. Gli indagati sono affiliati delle famiglie: Santapaola-Romeo, Sparacio, Spartà, Galli, Batanesi-Bontempo Scavo, De Luca, Mangialupi, Camaro, Tortoriciani, Ventura, Ferrante e Cintorino. Tra le principali attività illecite, per le quali i soggetti coinvolti nell’indagine risultano essere condannati, spiccano le estorsioni, l’usura, il traffico di sostanze stupefacenti, il voto di scambio, il maltrattamento e l’organizzazione di competizioni non autorizzate di animali. All’esito delle analisi condotte, il Gip del Tribunale di Messina, accogliendo la proposta della Procura della Repubblica, ha pertanto disposto il sequestro delle somme indebitamente percepite, per l’ipotesi di reato prevista dall’art. 7 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, per l’illegittima percezione del Reddito di Cittadinanza che, nei casi più gravi, prevede la reclusione da 2 a 6 anni.
Gli indagati, che avevano richiesto il reddito di cittadinanza per loro o per dei familiari conviventi, pur non avendone titolo, hanno truffato per una cifra che si aggira intorno ai 330 mila euro. La Guardia di Finanza di Messina, che ha eseguito l’operazione, ha effettuato un sequestro preventivo pari alla somma in questione. Questa operazione, accende ancora una volta i riflettori su una misura valida per certi aspetti contro il disagio sociale, ma che viene elargita senza nessun serio controllo. I criteri di assegnazione, così come i controlli, dovrebbero essere più rigidi e veloci, in modo da non permettere di usufruirne a chi non ha titolo.