Sarà una ditta di Taormina a effettuare i lavori di recupero e arredo del tessuto urbano delle vie Roma, Madre Chiesa e Torre per un importo pari a 197mila 125 euro. «Gli equilibri urbani non hanno mai un assetto definitivo – dichiara il primo cittadino Bruno Pennisi – e perciò occorre adattare le strategie del progetto ai cambiamenti del paese, cercando in tal modo di prevenire il più correttamente possibile le esigenze del futuro. Per riqualificare l’interno del tessuto viario che compone il centro storico del paese – spiega – si è resa necessaria un’attenta progettazione di tutti quegli elementi d’arredo urbano che nel loro insieme restituiscono l’omogeneità perduta». Il centro storico non rappresenta unicamente un bene culturale, ma anche economico da conservare e recuperare ad un uso sociale, a un uso conforme al suo originario valore di ossatura portante del territorio, al suo originario significato di “luogo della collettività”. L’amministrazione Pennisi ha deciso di far rivivere un centro antico, trovando gli accordi per riconcertare le relazioni che legano autenticamente società e ambiente. La conservazione e la rivalorizzazione del paese “intra moenia” deve innanzitutto passare attraverso la riscoperta di una memoria dismessa, da riacquisire alla coscienza comune ed al patrimonio urbano.
Ritornare per ricordare: è questo il messaggio che umilmente, ma anche perentoriamente, intende promuovere il primo cittadino. «Punto focale del nostro programma, per una rivitalizzazione del centro storico, oltre a un progetto di nuova residenzialità – prosegue Pennisi – è una rigenerazione economica che punta su quel terziario avanzato che ha fatto grandi tante realtà valligiane. Diamo avvio alla seconda fase del progetto di rivitalizzazione del centro storico che mira a ridare vita e nuove funzioni al centro – conclude Pennisi -agire sul paese migliora la salute perchè promuove gli spostamenti attivi ma anche rende i luoghi più vivibili ed attraenti per residenti, lavoratori e turisti e favorisce la coesione sociale e l’identità comunitaria». ALESSANDRA IRACI TOBBI Fonte “La Sicilia” del 29-12-2020