Il prefetto Silvana Riccio ha convocato i sindaci che hanno territorio nel Parco dei Nebrodi e ha dato operatività al “Protocollo di legalità” contro la mafia dei pascoli e le irregolarità nella gestione dei terreni demaniali, conosciuto come “protocollo Antoci”. Al vertice, convocato per conto del prefetto da Rosamaria Monea e presieduto da Maria Salerno, hanno partecipato il sindaco di Bronte Graziano Calanna, quello di Randazzo Michele Mangione e il vicesindaco di Maniace Gino Marino. Con loro, i rappresentanti del Parco dei Nebrodi e Giovanni Gubernale, ispettore provinciale del Corpo forestale di Catania. In pratica, il prefetto ha dato attuazione all’articolo 4 del “protocollo” firmato dai sindaci il 22 novembre scorso, istituendo il previsto “Tavolo tecnico” dove tutti i firmatari hanno accettato di operare in sinergia con la Prefettura, che ha assunto il ruolo di coordinamento. E dalla Prefettura ieri, durante l’incontro, ai sindaci sono arrivate le prime chiare indicazioni: «I pascoli possono essere ceduti ai pastori solo attraverso bandi di gara pubblici. Niente concessioni dirette». Argomento cruciale nella regolarizzazione della gestione dei terreni. Spesso i Comuni, infatti, in passato hanno concesso il pascolo dei terreni a tutti gli allevatori che hanno presentato richiesta. Da oggi non sarà più così. I terreni dovranno essere stimati e gli allevatori, per aggiudicarsi il pascolo, dovranno concorrere a vere proprie gare d’appalto. «In verità – spiega il sindaco di Bronte – anche noi da sempre abbiamo ceduto i pascoli a tutti coloro che presentavano al Comune opportuna istanza. Oggi le parole della Prefettura sono chiare e non lasciano dubbi a interpretazioni. Ci prepareremo alle gare pubbliche». Per il settore una vera e propria rivoluzione. Solo Bronte, per esempio, potrebbe mettere a bando qualcosa come 1.200 ettari di terreno nelle contrade Grappidà e Foresta Vecchia. Cospicua anche la fetta di terreno che ricade nei territori di Maniace e Randazzo, con quest’ultimo però che, come afferma il sindaco Mangione, non affida direttamente i terreni a pascolo, ma lo fa attraverso l’Azienda forestale. Per il resto l’incontro è servito a suggellare ancora di più l’azione sinergica fra Prefettura e Comuni nel rispetto del protocollo Antoci che obbliga sindaci e Parco “prima di qualsiasi attività preliminare alla concessione di beni ricadenti nel territorio del Parco, a chiedere al prefetto se esistono condizioni di decadenza previste dalle leggi antimafia, e di chiedere al richiedente la certificazione antimafia”. Niente cessione di pascoli quindi a chi è sottoposto a misura di prevenzione personale antimafia e chi ottiene la concessione di terreni non potrà cederli a terzi. Si comincia da qui per confermare la presenza dello Stato in una Sicilia in questo caso esempio nella lotta a mafia e illegalità. Fonte “La Sicilia” del 04-05-2017