Medici messi a disposizione da un’agenzia interinale nei pronto soccorso degli ospedali di Biancavilla e Paternò. L’Asp 3 di Catania tenta così di sopperire alla carenza cronica di medici dell’emergenza-urgenza negli ospedali. Un problema grave che assilla la sanità e rischia di compromettere l’efficienza di un servizio fondamentale per garantire il diritto alla salute. Secondo le informazioni ricevute, un medico sarebbe impegnato per 12 ore a Biancavilla, mentre a Paternò gli specialisti sarebbero di più, anche se ognuno effettuerebbe meno ore. Un provvedimento necessario, visto la carenza di medici, che però stranamente non interessa anche l’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte e nella città del pistacchio l’esclusione suona un po’ come una beffa, una sorta di disinteresse. Eppure anche nel pronto soccorso di Bronte la carenza di medici è drammatica. A stento si riescono a coprire i turni, perché dalla pianta organica mancano sei medici. Alla fine il servizio viene svolto per l’abnegazione di chi vi opera e perché vengono chiamati a intervenire i medici dei reparti e in particolare dell’unica Unità operativa complessa della struttura ospedaliera, ovvero la Medicina, dove sono in servizio la metà dei medici che ci dovrebbero essere. Dovrebbero essere 13, compreso il primario, e invece sono 7, dando assistenza a 20 posti letto quasi sempre occupati, e assicurando tutti i servizi dovuti come la reperibilità H24, cui si aggiungono in media dai 10 ai 15 turni di servizio nel pronto soccorso.
Certo, assegnare un medico anche al pronto soccorso di Bronte non avrebbe certo risolto interamente il problema, ma avrebbe fornito un essenziale segnale di attenzione e considerazione nei confronti di un ospedale di periferia a servizio di una zona montana difficilmente raggiungibile dalla costa e dall’Area metropolitana, soprattutto durante i mesi invernali, e popolata da circa 50mila abitanti divisi in Comuni a loro volta collegati da una viabilità lenta e anacronistica. «Le iniziative di reclutamento di personale sono costantemente rinnovate dagli uffici aziendali al fine di garantire il massimo di copertura possibile dei posti vacanti – replica l’Asp 3 di Catania – per quanto riguarda i pronto soccorso dei presidi aziendali, il Dipartimento di emergenza monitora periodicamente le necessità al fine di garantire la continuità dell’erogazione dei servizi ai cittadini. Allo stato attuale, al pronto soccorso di Bronte, la carenza nella copertura dei turni è pari a poco meno di 60 ore, alle quali si sopperisce con progetti in ore aggiuntive per gli stessi medici dell’ospedale e con il grandissimo senso di responsabilità del personale in servizio ai quali va la nostra gratitudine. Non è stata mai esclusa, in ogni caso, l’assegnazione di personale interinale». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 19-04-2023