Proficuo incontro proficuo del Tavolo della salute provinciale, tenutosi ieri nella nuova Casa di comunità “San Luigi”. Dopo l’abbandono dell’ultima riunione da parte delle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, in polemica per i ritardi sulla convocazione e la concomitante presenza della delegazione trattante al Tavolo, il confronto fattivo è ripartito. A rappresentare l’Azienda il dg Maurizio Lanza, il direttore amministrativo Giuseppe Di Bella ed il responsabile dello Spresal Antonio Leonardi, mentre per Cisl, Uil e Ugl sono intervenuti i segretari generali territoriali Maurizio Attanasio, Enza Meli, Giovanni Musumeci e per la Cgil la segretaria confederale Rosaria Leonardi. Presenti anche i segretari provinciali Giacomo Giuliano (Fnp Cisl), Mario Conti (Uil Fpl), Maria Pia Castiglione (Uil pensionati) e Carmelo Urzì (Ugl Salute). È stata chiarita l’importanza del Tavolo della salute, quale strumento indispensabile per il miglioramento del sistema sanitario su base provinciale. «Abbiamo ribadito la nostra contrarietà alla chiusura del punto nascita di Bronte. Bisogna reperire il personale, motivo per cui non possiamo che continuare da una parte la battaglia per chiedere l’eliminazione del numero chiuso in medicina e la valorizzazione delle professioni mediche meno gettonate, mentre dall’altra – rilevano i sindacalisti – dobbiamo concretizzare una cabina di regia con i vertici delle Aziende ospedaliere di Catania ed i responsabili dei 9 Distretti sanitari per una giusta armonizzazione delle risorse umane.
Su questo punto abbiamo ottenuto la disponibilità da parte del direttore Lanza a convocare una riunione in tempi rapidi. Inoltre, abbiamo ribadito il ruolo fondamentale che la medicina di prossimità del territorio svolge in favore della società ed in particolare delle fasce sociali più deboli e, per questo, riteniamo debba essere potenziata. Si deve infatti ottenere una efficiente integrazione socio – sanitaria in tutto il territorio metropolitano, attraverso l’attivazione dei Punti unici di accesso, ma anche un maggiore coordinamento tra Azienda sanitaria ed Aziende ospedaliere sulle dimissioni protette e sul sistema del Fascicolo sanitario elettronico – aggiungono Attanasio, Meli, Musumeci e Leonardi. Ci è stato dato modo di confrontarci sull’innovazione (introdotta dal Pnrr) delle Centrali operative territoriali oltre che delle liste d’attesa interminabili, che vanno abbattute incrementando la spesa dei fondi assegnati. Non possiamo tollerare che nel meridione siano state impiegate a fine 2022 solo il 40% delle risorse a fronte del 90% speso al nord e del 50% del centro.
Su questo aspetto ci è sembrato doveroso esprimere il disagio dell’utenza per il non corretto funzionamento dei Centri unici di prenotazione ed abbiamo appreso che l’Asp è disponibile attivare un Cup provinciale, auspicando che questo possa entrare in funzione il prima possibile. Infine sui progetti finanziati dal Pnrr, vogliamo andare oltre quello che sono i freddi numeri (29 case di comunità, 10 centrali operative territoriali, 10 ospedali di comunità), perché oggi l’in – teresse primario è quello di sapere dove sono previsti, quando saranno in funzione e quale personale dovrà gestirli, perchè abbiamo il timore di vedere inaugurate delle cattedrali nel deserto». Fonte “La Sicilia” del 28-07-2023