Il vice sindaco, Antonio Leanza, in rappresentanza del Comune di Bronte, oggi in lutto cittadino, ha partecipato ai funerali di Ada Rotini, la donna uccisa a Bronte l’8 settembre scorso dal marito Filippo Asero. Nella cattedrale di San Nicolò a Noto, il dott. Leanza alla fine della messa celebrata da don Eugenio Boscarino, ha voluto esprimere i sentimenti di cordoglio di tutta la Città di Bronte affermando. “Non è facile per me oggi – ha affermato – portare il saluto della comunità brontese, del sindaco di Bronte, sen. Pino Firrarello, della Giunta municipale e del Consiglio comunale, in occasione dell’ultimo saluto che possiamo rivolgere ad Ada.
Non è facile perché tutta Bronte è rimasta sconvolta ed addolorata per quanto accaduto. Dolore e commozione hanno pervaso tutti. Ada doveva ancora vivere. Ada aveva il diritto di continuare a cercare la sua felicità. Nessuno poteva minimamente pensare di condizionare la sua vita o la sua volontà. Eppure la vita di Ada è stata spezzata da mani criminali. Mani che falsamente dicevano di amare. Chi ama non uccide!!! Chi ama veramente vuole la felicità del compagno, non la sua morte. E non ci potrà mai essere rassegnazione per quanto accaduto. Mai!!
L’Amministrazione comunale e tutta la città di Bronte è vicina alla famiglia di Ada, ma tutta Bronte sa che non ci potrà mai essere condanna dura che possa restituire loro la gioia di un tempo. L’unica cosa che possiamo fare e reagire contro la violenza sulle donne, affinché nessun’altra donna possa essere vittima come lo è stata la nostra Ada. E non è facile. Il numero di donne che in questi giorni sono stati vittima della mano di compagni e mariti preoccupa tutto il Paese. Ed il lutto cittadino che oggi Bronte ha proclamato per ricordare ed onorare Ada, se non scoraggiamo le mani assassine degli uomini verso le donne, rischia di apparire come la scontata conseguenza di una grave sconfitta. Sconfitta di tutti. Della società, delle istituzioni, di tutti noi che dobbiamo chiederci se potevamo fare qualcosa ed invece siamo rimasti inermi. Si, sconfitta di tutti noi. Perché la violenza sulle donne riguarda tutti. Ci riguarda come comunità, riguarda i giovani, gli uomini, le famiglie e le istituzioni. Non basta solo lo sdegno. Ciò che dobbiamo combattere è una cultura becera ed antiquata capace solo di produrre del male. Dobbiamo evitare che altre donne come Ada, lascino i figli da soli per colpa di un uomo. Lo dobbiamo a tutte le donne e soprattutto alle figlie ed alle sorelle di Ada che oggi vedono un mondo nero e cattivo. Che il Signore lassù regali ad Ada per l’eternità quella serenità che, per colpa del suo assassino, recentemente aveva perso. Condoglianze.” FOTO DI BLOG SICILIA