Una sfilza di «non doversi procedere» nei confronti della maggior parte degli imputati. Si è concluso così il processo d’appello per le tangenti relative alla costruzione del nuovo ospedale Garibaldi, un appalto, secondo l’accusa, viziato da numerose irregolarità e che rientrava nel sistema di ripartizione delle opere pubbliche da realizzare in Sicilia. La sentenza è stata emessa ieri sera ed ha parzialmente riformato quella di primo grado del 13 aprile 2007. Tutte prescritte le posizioni degli imputati tranne che quelle per l’imprenditore Giulio Romagnoli e per il dirigente della Cgp costruzioni, Mario Seminara, entrambi condannati in primo grado a quattro anni di reclusione per turbativa d’asta e adesso a tre anni con l’esclusione dell’aggravante di aver agito con il metodo mafioso e con la concessione dell’attenuante della legge sui collaboratori di giustizia. Condanna confermata, invece, per Giuseppe Cicero (avvocato membro per la commissione per le anomalie nell’appalto del II lotto): un anno e sei mesi (pena sospesa). Per il resto è andato tutto in prescrizione, cioè i reati si sono “estinti” perché è trascorso troppo tempo. L’indagine è del 1997 e l’avvio del primo processo è del 9 novembre 2003. In prescrizione anche il reato contestato al senatore del Pdl Pino Firrarello che in primo grado era stato condannato a due anni e mezzo per turbativa d’asta. Prescrizione anche per Valerio Infantino, Michele Cavallini, Roberto Mangione, Fabio Marco, Franco Mazzone, Gaetana Piccolo, Vincenzo Randazzo, Ignazio Sciortino, Angelo Tirendi. I giudici della prima sezione della Corte d’appello hanno deciso anche la rifusione delle spese relative all’azione civile in favore della parte civile Fratelli Costanzo spa – liquidate in 3.500 euro – da parte di Romagnoli, Seminara, Mazzone, Marco, Piccolo, Tirendi, Firrarello, Infantino e Randazzo. Gli stessi, oltre a Cicero e Mangione, dovranno rifondere altri 3.500 euro dell’azione civile, ma in favore dell’azienda ospedaliera «Garibaldi, S. Luigi e Santi Currò». Infantino e Randazzo dovranno rifondere le spese civili di 3.500 euro all’Iacp. L’inchiesta sulle tangenti all’ospedale Garibaldi prese le mosse da un’indagine condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica etnea nel 1997. In parte anche sulla scorta delle dichiarazioni dell’allora presidente della Regione, Rino Nicolosi, che raccontò di avere ricevuto ottanta milioni delle vecchie lire in cambio del suo benestare per l’aggiudicazione di una gara in favore dell’«Iter Ravennate».
Carmen Greco fonte “La Sicilia” del 11-10-2012