Inizia ufficialmente il “viaggio” dell’Area interna “Etna-Nebrodi-Alcantara”, ovvero lo strumento con cui dare attuazione alla “Strategia nazionale per le aree interne” (Snai) per promuovere lo sviluppo in quelle zone dove si verificano spopolamento e crisi occupazionale. La Regione siciliana, infatti, ha comunicato “l’ammissibilità” della nuova autorità territoriale, ribadendo come questa abbia “soddisfatto i requisiti richiesti, aprendo così la strada a potenziali finanziamenti per interventi”. Dell’Area interna “Etna-Nebrodi-Alcantara” fanno parte i comuni di Bronte, Randazzo, Castiglione di Sicilia, Maletto e Maniace della provincia di Catania, cui si aggiungono i comuni di Malvagna, Moio Alcantara, Motta Camastra, Roccella Valdemone, San Teodoro, Cesarò, Francavilla di Sicilia e Santa Domenica Vittoria della provincia di Messina. Comuni che, per meglio utilizzare gli strumenti normativi messi a disposizione, si sono riuniti in una “Unione dei Comuni”, considerata il braccio operativo in grado di attuare la strategia d’area cui i sindaci hanno già indicato le linee guida. In occasione delle diverse riunioni, infatti, i sindaci hanno deciso di puntare con decisione allo sviluppo economico dell’Area, all’estensione ed alla valorizzazione del sistema agrifood, al rafforzamento dell’offerta turistica, al potenziamento del sistema formativo e sviluppo dell’imprenditorialità, al miglioramento della qualità della vita, oltre a garantire una piena accessibilità del territorio realizzando una mobilità sostenibile.
«Comincia un’avventura unica ed affascinante – afferma il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, presidente dell’Unione dei Comuni – ringrazio la Regione siciliana e i sindaci dell’Area interna che, con grande sinergia e spirito di collaborazione, credono in questo strumento. Un ringraziamento è doveroso anche verso i funzionari dell’ufficio dell’Unione, per aver completato un iter superando le criticità iniziali. Abbiamo l’opportunità – continua Firrarello – di mettere in atto un progetto che possa garantire al territorio risorse che difficilmente si sarebbero potute ottenere. E’ vero che ci troviamo in un territorio marginale, ma con notevoli ricchezze da valorizzare. Risorse naturali, storiche, turistiche e culturali, infatti, sono in condizione di creare nuovi circuiti occupazionali e nuove opportunità di crescita. Solo così potremmo contrastare l’emorragia demografica». Fonte “La Sicilia” del 20 – 03- 2025