Non c’è pace per l’ospedale di Bronte, che sembra come un paziente in coma. Anche in un periodo, come questo, in cui la popolazione aumenta per le presenze dei turisti, e per il rientro di tanti emigrati che intendono trascorrere in zona un periodo delle loro ferie, i servizi del nosocomio diminuiscono. Da alcuni giorni, ad esempio, la Chirurgia d’urgenza lavora a scartamento ridotto, non potendo assicurare al territorio un servizio celere e qualitativo. In poche parole, a causa delle ferie di alcuni medici, e forse un pò anche a causa di un organico con qualche lacuna, la chirurgia d’urgenza funziona perfettamente solo la mattina. “Nel pomeriggio abbiamo la Guardia attiva e la notte si chiama il chirurgo reperibile” è quanto riferito dall’Asp di Catania, da noi contattata per avere delle delucidazioni. Ma purtroppo, con un solo chirurgo, non è possibile operare, bensì effettuare dei trasferimenti verso altri nosocomi, nel migliore dei casi a Biancavilla, nel peggiore a Catania. E’ possibile che in un ospedale isolato, a lunga distanza dagli altri centri si verifichi una situazione del genere? Una operazione di urgenza, si deve effettuare entro poco tempo, non ha senso aspettare o trasferire il paziente, (specie di notte quando l’elicottero non può intervenire), che con determinate patologie sarebbe a grave rischio, con conseguenze gravi anche per gli operatori che lo devono accompagnare. “Osserviamo in maniera attenta tutto ciò che riguarda l’ospedale – dice il sindaco Graziano Calanna – abbiamo già avuto contatti con il direttore dell’Asp 3 Giammanco, e a breve ci incontreremo, insieme agli altri sindaci del territorio, per definire molti aspetti dell’ospedale. Di certo, Bronte, merita molto più attenzione in quanto ospedale isolato e lontano dai grossi centri, spesso difficili da raggiungere soprattutto in inverno”. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 11-08-2016