I mezzi d’ emergenza in tutti i paesi civilizzati hanno una corsia preferenziale per consentire un rapido accesso ai vari PRONTO SOCCORSO ospedalieri nel rispetto sia di coloro che operano nel settore che dei pazienti che necessitano di tempestivi approfondimenti diagnostici e terapeutici. Con l’inizio dei lavori di ristrutturazione, nell’ospedale di BRONTE, raggiungere con l’ambulanza la piazzola antistante l ‘ingresso del pronto soccorso e’ diventato un terno al lotto. ” dio ci aiuti” con la speranza che non ci scappi il morto VIA LA CATENA!!!!
Operatori emergenza sanitaria distretto di Bronte.
MESSINA. SARA’ CHIUSA UNA POSTAZIONE PER I LOCALI RITENUTI INAGIBILI
A breve il trasferimento nella Cittadella della salute al Mandalari |
Locali inagibili. Dovrà chiudere il presidio 118 dell’ex Margherita |
Gli ambienti ritenuti inadeguati dalla Medicina del lavoro della stessa Ausl |
Non sono solo i padiglioni chiusi da anni a versare in uno stato di grave degrado all’interno dell’ex complesso ospedaliero Regina Margherita. Anche i locali nei quali operano tutt’ora diversi uffici e presidi medici dell’Ausl 5, proprietaria dell’intero immobile, presentano problemi logistici e strutturali, tali da sconsigliarne l’impiego. Lo ha certificato l’ufficio di Medicina del lavoro della stessa azienda sanitaria, allertato nei giorni scorsi da una denuncia inoltrata da alcuni addetti al Presidio territoriale d’emergenza-118, che ha sede proprio in una delle ex palazzine ospedaliere. Dopo un sopralluogo, è stata accertata una serie di carenze che hanno indotto l’ufficio di controllo a imporre all’Ausl l’esecuzione di diverse prescrizioni, senza le quali gli ambienti sono da ritenersi inadeguati allo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa. I locali, infatti, come emerge dalla denuncia, sono insufficienti, non salubri e non sicuri. «Le prescrizioni — rileva il direttore sanitario dell’Ausl 5 Manlio Magistri — riguardano soprattutto l’impianto elettrico, che necessita di essere messo a norma. Ma il costo sarebbe eccessivo, così l’azienda ha deciso di disporre il trasferimento del Pte in locali già disponibili e più adatti a questo scopo». Segue nei Dettagli |
Il riferimento è a uno degli edifici che ricadono all’interno dell’ex ospedale psichiatrico Mandalari di viale Giostra, ormai da anni trasformato in Cittadella della salute dall’azienda sanitaria. Proprio in questi giorni fervono sopralluoghi e interventi tecnici e di pulizia per consentire di avviare il trasloco del Pte nel giro di pochissimo tempo, forse già entro la fine della settimana, alla luce — come spiega ancora Magistri — anche del ravvicinato termine indicato dalla Medicina del lavoro per l’esecuzione delle prescrizioni. Stessa sorte, tra l’altro, seguirà a breve anche la guardia medica attualmente ospitata nelle stanze attigue al Pte sempre all’ex Margherita, che presentano analoghi problemi. Anche il Presidio di continuità assistenziale, dunque, lascerà presto il viale della Libertà per trasferirsi su viale Giostra. Sempre che l’azienda non ritenga di ricomprenderlo fra quelli che già a partire dall’inizio del prossimo anno dovranno essere aboliti su tutto il territorio provinciale, visto che, in effetti, risulterebbe in soprannumero soprattutto alla luce dell’estrema vicinanza con la guardia medica di via Garibaldi. Ma anche sulla utilità stessa del Pte si appuntano non pochi dubbi, almeno se continuerà a rimanere ciò che fino ad ora è stato: un posteggio per ambulanze. La nuova collocazione del pesidio di 118 – chi si verrebbe a trovare su un “asse viario di estrema importanza specie in vista della realizzazione dello svincolo — viene ritenuta logisticamente soddisfacente dal dirigente del servizio d’emergenza, dott. Dino Alagna. Che, però, non esita a ribadire come fino ad ora la struttura esistente al Margherita non sia stata dotata delle risorse necessarie per renderla davvero funzionale. Dalle strumentazioni (non c’è ad esempio un defibrillatore e nemmeno un elettrocardiografo), al personale: non ci sono infermieri, ma solo due autisti-soccorritori e due medici divisi in turni, che chiaramente lasciano la sede quando l’ambulanza deve spostarsi. Fonte Gazzetta del sud del 27-11-2007