Per un giorno le bandiere del Nursind, il sindacato degli infermieri, hanno sventolato davanti l’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte, per chiedere la riapertura del punto nascita e denunciare la grave carenza di organico che, in tutta la provincia, mette a rischio l’assistenza ai pazienti e il lavoro degli stessi operatori sanitari. «La manifestazione di protesta – af – ferma il dirigente sindacale Salvatore Tirendi – è stata necessaria per denunciare le criticità presenti nel presidio brontese. In particolare la chiusura del punto nascita e del reparto di Ginecologia, oltre alla grave insufficiente dotazione organica complessiva. Come a Caltagirone vogliamo portare all’attenzione del governo della Regione siciliana e della politica locale il disagio insopportabile degli operatori sanitari e della popolazione. Abbiamo promosso una petizione popolare raccogliendo oltre 300 firme». E alla protesta si sono uniti i consiglieri comunali Graziano Calanna, Giuseppe Ruffino, Samanta Longhitano, Ketty Liuzzo e Cristina Castiglione. Con loro Mauro Petralia dell’associazione “Liberamente” e Giuseppe Gullotta dell’associazione “Aiace”.
Presente anche Anthony Barbagallo deputato all’Ars e segretario regionale del Pd: «Siamo seriamente preoccupati per la situazione della sanità territoriale in Sicilia. Dopo Caltagirone siamo al fianco del Nursind anche a Bronte dov’è evidente una carenza di anestesisti, medici di Pronto soccorso, cardiologi ed operatori sanitari. Siamo preoccupati anche per la situazione dell’edilizia sanitaria. Non abbiamo, infatti, più notizie sul completamento del corpo “C”, nonostante l’interrogazione presentata anni fa». «Un degrado inaccettabile – aggiunge Graziano Calanna –. Tagli di reparti, Ginecologia non collaudata e punto nascita chiuso. Inoltre sarebbe stata approvata una nuova pianta organica con ulteriori penalizzazioni per l’ospedale di Bronte. E chi dovrebbe intervenire tace». «Con il Nursind – ha concluso Gullotta – condividiamo la missione di batterci per una sanità migliore, insieme abbiamo firmato il ricorso a difesa dell’ospedale». C. P. Fonte “La Sicilia” del 19-06-2021