Oggi il versante nord dell’Etna difenderà a Palermo il proprio ospedale. Il sindaco di Bronte, Graziano Calanna ed il presidente del Consiglio comunale, Nino Galati, insieme ai colleghi degli altri Comuni che gravitano attorno a Bronte dal punto di vista sanitario ed al consigliere comunale di Bronte, Ernesto Di Francesco (presidente della commissione locali sul diritto alla Salute), saranno ricevuti dal presidente della Commissione regionale alla Sanità, Giuseppe Di Giacomo. In verità sindaci e consiglieri dovevano essere ricevuti in audizione da tutta la Commissione Sanità, ma – come ci spiega Galati – un problema ha fatto rinviare l’incontro. Purtuttavia ugualmente il presidente Di Giacomo ha voluto incontrare i rappresentanti del territorio. “Ringrazio l’on. Di Giacomo per averci voluto ricevere – ha affermato il presidente Nino Galati – avremo la possibilità di anticipargli quello che poi illustreremo ufficialmente a tutti i componenti della Commissione, ovvero i tanti motivi che impongono il potenziamento e non il ridimensionamento dell’ospedale di Bronte”. Ed a sentire gli amministratori dei 10 Comuni che si stanno battendo per il “Castiglione Prestianni”, ovvero Bronte, Maletto, Maniace, Randazzo, Cesarò, San Teodoro, Santa Domenica Vittoria, Floresta e Roccella Valdemone, questo deve essere potenziato perché al servizio non solo dei 4 Comuni del catanese che si trovano in zona di montagna, ma anche di quelli del messinese che non possono facilmente raggiungere gli ospedali più grandi a causa di un’orografia del territorio difficile e di una rete viaria che d’inverno è spesso impercorribile. Inoltre, in tanti non si spiegano come il nuovo piano delle rete ospedaliera provinciale preveda nel versante sud dell’Etna da Acireale fino a Biancavilla ben 6 ospedali di livello (hub, spoke e di base), tutti racchiusi nel raggio di 45 chilometri, mentre nel resto del cono dell’Etna, quello nord lungo 85 chilometri, solo un Presidio di zona disagiata. “E noi – aggiunge il sindaco Graziano Calanna – chiederemo lumi anche sui reali servizi che questo tipo di presidio offrirà alla popolazione. Siamo certi che la Regione ha già in mente i servizi da garantire a Bronte. Neanche prendiamo in considerazione l’ipotesi che questi siano ristretti a quanto stabilisce il Decreto Ministeriale del 2 aprile 2015 n. 70, che disegna un Presidio di zona disagiata con appena 20 posti di Medicina da prestare anche ad una Chirurgia ridotta ed un Pronto soccorso”. Insomma domani è solo il primo di diversi incontri, con gli amministratori intenzionati a tutelare l’ospedale.