Non è tardata ad arrivare la replica del presidente del Parco dell’Etna, Carlo Caputo, alla lettera del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania che si è schierato contro i bus navetta nel territorio di Bronte e Maletto del Parco dell’Etna. Il presidente legge le “accuse” e afferma: «L’autorizzazione rilasciata su richiesta di due Comuni del Parco (Bronte e Maletto) è importante ricordare come sia stata assistita da appropriata relazione tecnica di valutazione ambientale sottoscritta dal prof. Giuseppe Angelo Ronsisvalle. È falsa la notizia che sarebbe giunta da parte dell’assessorato una revoca del provvedimento del Parco (semmai un’interlocuzione formale tra assessorato e parco). Falso anche che il Parco non abbia trasmesso alcuna documentazione agli uffici regionali, infatti il Parco ha trasmesso per conoscenza all’assessorato in data 15 settembre 2021. L’autorizzazione non necessitava di parere del Consiglio Regionale Protezione Patrimonio Naturale (a differenza di quanto sostenuto dal Dipartimento) in quanto passano al vaglio del Crppn solo i casi che non siano stati già trattati dal soppresso Comitato tecnico scientifico (cosi prevede legge 34/1996)».
Poi Caputo sottolinea come il Parco abbia agito nella massima legittimità: «L’autorizzazione rilasciata dal Parco – infatti spiega – è in piena coerenza con il Regolamento di Fruizione del Parco; il regolamento è assistito da apposito parere del Comitato Tecnico Scientifico n.39/2003 laddove all’articolo 7.1 sotto la rubrica “transito dei veicoli a motore” prevede: per le Zone A e B, che “… è vietato il transito e l’accesso di ogni mezzo motorizzato, compresi motocicli e ciclomotori anche se condotti a mano e con il motore spento…” ma “… sono esclusi dal divieto… g) i mezzi motorizzati delle ditte autorizzate a svolgere servizi escursionistici, limitatamente all’uso e ai percorsi di proprio diritto… ». «Occorre chiarirci e definire cosa s’intende per viabilità forestale. – ribadisce – Il Dipartimento Scienze e Tecnologie Forestali e Ambientali, Università di Firenze, professori Chellazzi e Brachetti Montorselli scrivono: “La viabilità forestale ha lo scopo di permettere di effettuare tutte le attività che si svolgono in un bosco: attività selvicolturali, di sorveglianza del bosco, la realizzazione di sistemazioni idraulico forestali; e anche una fruizione turistico-ricreativa più regolamentata”». Poi, Caputo avanza più di un sospetto sui motivi che vedono alcuni opporsi ai bus navetta nel Parco. «La pista forestale in discussione – infatti, aggiunge – è da tempo già attraversata da tantissimi mezzi a benzina o diesel che vi transitano quotidianamente per finalità che vanno dalla ricerca scientifica sull’aquila reale (anche l’Associazione ricorrente Lipu è autorizzata al transito con 4 veicoli a motore), al trasporto dei disabili e dei relativi accompagnatori (come nel caso di numerose Associazioni di promozione sociale e senza fini di lucro), alla attività di sorveglianza, all’autorizzazione al transito, con mezzi propri, del personale del Demanio Forestale, insomma decine e decine di auto. Appare, a mio modo di vedere, incoerente affermare che solo due veicoli in più (per lo più ecocompatibili a differenza degli altri) possano creare significativo impatto.
La realizzazione del servizio navetta non determinerebbe dunque alcuna significativa modifica nella gestione del quotidiano, ma consentirebbe semmai un più ordinato e monitorato accesso insieme ad una migliore fruibilità dell’area di Parco in questione. L’istituzione di questo servizio, infatti, consentirebbe al parco di non essere più “obbligato” a rilasciare autorizzazione a molteplici veicoli. Insomma si passerebbe da decine di mezzi autorizzati a solo due mezzi autorizzati (forse questo preoccupa?!)». «Se su detta pista non deve circolare nessun mezzo – conclude – il principio deve valere per tutti; altrimenti non si tutela l’Ambiente ma l’esclusività d’utilizzazione dell’Area Naturale Protetta». Fonte “La Sicilia” del 08-02-2022