Prende sempre più corpo l’ipotesi della revoca degli incarichi dei quattro componenti del Comitato esecutivo del Parco dell’Etna da parte del Consiglio dell’ente, composto dai sindaci dei venti Comuni che ricadono nell’area protetta oltre che dal presidente, Marisa Mazzaglia, e da un delegato dell’ex Provincia di Catania. La questione è stata posta durante l’ultima seduta dell’assemblea, conclusasi con il voto favorevole e unanime dei delegati sulla proposta di avviare già lunedì prossimo il confronto sul procedimento di revoca, con un dibattito aperto anche ai contributi di legali delle parti e che dovrà concludersi con una votazione. A far saltare il tavolo è stata la contesa sulla decadenza – anch’essa da ratificare ed inserita all’ordine del giorno dell’assemblea del prossimo 19 ottobre – di uno dei membri del Comitato, l’ex sindaco di Maletto Pippo De Luca, rimasto in sella pur avendo cessato il mandato da amministratore nel 2013. Una circostanza poco gradita a diversi dei sindaci del Consiglio, indisponibili finanche a valutare l’idea di un avvicendamento “istituzionale” di De Luca con il suo successore, il primo cittadino Salvatore Barbagiovanni. Una volta emerse drasticamente le spaccature fra Consiglio e Comitato – ed anche all’interno dello stesso Consiglio, fra gli amministratori che fanno riferimento alle diverse anime del Pd catanese e fra quelli non di area dem, lo scontro ha finito per investire il Comitato esecutivo nel suo complesso, dove siedono, accanto a De Luca, il vicesindaco di Castiglione, Concetto Stagnitti, Ettore Barabagallo, già assessore a Viagrande, e l’ex vicesindaco di Biancavilla, Salvo Furnari. I componenti vennero eletti nel 2013 a poche settimane dalle Amministrative che si tennero in numerosi Comuni etnei, divenendo così espressione di rapporti di forza nel Consiglio dei sindaci che adesso si sono modificati. Ma più in generale, come si sussurra nei corridoi dell’ente Parco, revocare l’attuale Comitato ai più appare una necessità: l’indispensabile rapporto di fiducia fra i due organismi non appare più recuperabile, per ragioni politiche ma anche più strettamente gestionali. D’altronde, lo scontro era già finito nel 2014 sui giornali, con i membri del Comitato che scrissero al presidente della Regione lamentando “L’impossibilità di agire ed incidere su scelte ordinarie e strategiche ed un pesante immobilismo, aggravato da laceranti contrapposizioni tra organi interni allo stesso Parco”. A loro replicarono 11 sindaci: “Parlare di immobilismo distorce la realtà e mortifica l’impegno dei dipendenti”. Francesco Vasta Fonte “La Sicilia” del 14-10-2015