Si tinge ancora di rosso la Statale 284, la Paternò-Randazzo; una nuova vita si è spenta a causa di un terribile incidente avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, all’altezza dello svincolo per Paternò. La dinamica del sinistro è ancora in corso di ricostruzione; resta il dolore, lo sgomento, per la tragedia che ha colpito un’intera famiglia. A morire, tra le lamiere della sua vettura, una donna, Rosaria Tomasello, 43 anni, di Biancavilla, sposata e madre di 2 figli. Rosaria, ieri pomeriggio, stava tornando verso casa, alla fine del suo turno di lavoro, era impiegata in un centro commerciale del catanese. Una strada, la Statale 284, fatta centinaia, migliaia di volte. Tornava dalla sua famiglia Rosaria, poi l’assurdo in un istante; i suoi sogni, la sua esistenza, il desiderio di riabbracciare il marito, i figli, i programmi di una vita tutta da vivere svaniti nel frammento di un attimo che non doveva arrivare. Erano le 15.10, Rosaria Tomasello, con la sua Fiat Panda, aveva appena superato lo svincolo per Paternò, pochi chilometri la separavano da casa, quando, per cause in corso d’accerta – mento, l’auto si è scontrata frontalmente contro una Fiat Freemont, con a bordo 3 persone, un uomo di 50 anni; la moglie di 42 anni, e la loro figlia, di 19 anni, tutti di Santa Maria di Licodia. Devastante il sinistro. La Fiat Fremont era sulla corsia di marcia che porta verso lo svincolo per Paternò, finendo in parte sopra il guardrail; sulla corsia opposta, la Fiat Panda, con la parte anteriore del veicolo completamente distrutta dall’impat – to. Sul posto immediato l’arrivo di due ambulanze del 118, l’elisoccorso dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania e i vigili del fuoco del distaccamento di Paternò e dei carabinieri del nucleo operativo della Compagnia paternese. All’arrivo dei soccorsi per Rosaria Tomasello non c’era più nulla da fare. I pompieri hanno, invece, dovuto lavorare per circa due ore, prima di riuscire ad estrarre il conducente della Fiat Freemont, rimasto incastrato tra le contorte lamiere del suo mezzo. L’uomo, visto le ferite, è stato portato con l’elisoccorso all’ospedale Cannizzaro di Catania. La figlia dell’uomo è stata, invece, trasportata al pronto soccorso dell’ospedale SS.Salvatore di Paternò; la moglie al nosocomio di Biancavilla. Per permettere i soccorsi e liberare anche la strada dai detriti delle vetture, sparsi per diversi metri sulle due corsie di marcia, è stato necessario chiudere la Statale 284 al transito fino al tardo pomeriggio. Infinito dolore sul luogo dell’incidente, con l’arrivo sul posto dei familiari di Rosaria Tomasello. Il primo a lanciare l’allarme pare sia stato un collega di lavoro della donna, sopraggiunto poco dopo l’incidente. La Statale 284 si conferma strada pericolosissima, soprattutto a causa dell’assenza dello spartitraffico centrale. La sua presenza avrebbe impedito quest’incidente, come decine di altri. Nonostante i tanti appelli ad oggi non si interviene, e sulla Paternò- Randazzo, si continua a morire, per i livelli di sicurezza non garantiti. Resta da capire cosa sia successo ieri pomeriggio, se questa tragedia è il risultato di un ennesimo sorpasso azzardato. Gli accertamenti ed i rilievi delle forze dell’ordine saranno fondamentali per stabilire la verità. MARY SOTTILE Fonte “La Sicilia” del 08-04-2018
COMMOZIONE A BIANCAVILLA – ADDIO A SARA, MAMMA E MOGLIE AFFETTUOSA – Mamma e lavoratrice. Rosaria Tomasello, da tutti conosciuta come Sara, 44 anni compiuti lo scorso 7 gennaio, era impiegata come cassiera presso Leroy Merlin, punto vendita di Etnapolis, a Belpasso. Viveva a Biancavilla con il marito Piero e i due figli: la grande questo mese compirà 15 anni, il piccolo ha 9 anni. Una tragedia. Che ha gettato nello sconforto quanti la conoscevano. Da tutti, Sara viene descritta come «una donna in gamba e una mamma affettuosa». Sul suo profilo Facebook, mesi addietro, aveva pubblicato un video con una citazione di Tiziano Terzani. Parole che oggi assumono il significato del suo ultimo, profondo messaggio: «E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria. Allora, ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla, non nel linguaggio della parole… ma nel silenzio». VITTORIO FIORENZA Fonte “La Sicilia” del 08-04-2018