C’è chi già l’aveva chiamata “la battaglia del territorio contro il potere”. I 20 sindaci del Consiglio del Parco dell’Etna, infatti, avevano deciso di presentarsi domani alle 9 indossando la fascia tricolore davanti al Palazzo Esa di Catania, per convincere il presidente della Regione Nello Musumeci a ritirare o rivedere il Piano paesaggistico recentemente adottato dalla Soprintendenza. E la decisione ha comunque una enorme valenza perché riassume il pensiero della maggioranza della gente di un territorio che prima ha visto la propria terra, anche quella privata, vincolata dal Parco dell’Etna che mira a salvaguardare l’ambiente e poi quella della Soprintendenza che punta a tutelare il paesaggio. E la somma, a sentire tanti, creerebbe un disegno diabolico così opprimente da impedire a chiunque di realizzare qualsiasi cosa, nonostante i dirigenti della Soprintendenza continuino a sforzarsi a dire che nel Parco dell’Etna il Piano paesaggistico non avrebbe valore. Ma a questo non crede nessuno. Non credono i sindaci e non crede lo stesso Parco. E così, dopo un vertice a Nicolosi, i sindaci di Randazzo e Maletto, Francesco Sgroi e Pippo De Luca, avevano chiesto un incontro con il presidente Musumeci. In serata la situazione si è sbloccata quando il presidente della Regione e il sindaco di Maletto si sono sentiti al telefono per un primo approccio di disgelo e di chiarimento. E’ stato deciso di fissare un incontro con la Sovrintendenza e subito dopo, ma non più domani come era stato deciso appunto dai sindaci, ci sarà un incontro tra il governo regionale e i primi cittadini. «Con la Soprintendenza –ha detto il sindaco Sgroi –possiamo discutere di questioni tecniche. Noi però vogliamo affrontare l’argomento dal punto di vista politico. Vogliamo creare condizioni di sviluppo. E il Piano è un freno. Noi per primi – conclude – vogliamo tutelare il paesaggio, ma bisogna trovare il giusto equilibrio». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 24-02-2019