Vengono confermate anche in appello le condanne già date in primo grado, per gli imputati coinvolti nell’operazione Nebrodi, scattata nel febbraio 2017 e condotta dai Ros di Catania in collaborazione con i carabinieri di Santo Stefano di Camastra, per fatti accaduti tra Bronte, Maniace e Cesarò. Così. Dopo il processo di primo grado avvenuto con il rito abbreviato che aveva portato a tre assoluzioni e quattro condanne, ora il processo d’appello, presso il tribunale di Catania, ha ribadito la stessa sentenza emessa in precedenza, e con la conferma del decadimento dell’accusa del reato di associazione a delinquere che era forse la più grave tra quelle imputate.
Sono state confermate le condanne di Pruiti Giovanni, difeso da Stefania Rania e Michele Panzera (7 anni e 4 mesi), Giordano Galati Antonino, difeso dai legali Impellizzeri ed Aprile e Giordano Galati Luigi difeso dall’avvocato Siracusano (ad entrambi 7 anni), e a Giacucco Triscari Carmelo, difeso da Stefania Rania (4 anni e 8 mesi). Assolti invece Corsaro Giuseppe, difeso da Katia Ceraldi e Germanà Salvo, difeso da Antonella Aprile. Agli imputati è stato contestato il reato di estorsione. Mentre, come detto in precedenza, è caduta l’accusa di associazione mafiosa. Il dispositivo è stato subito emesso, mentre la Corte entro 90 giorni dovrà depositare le motivazioni della sentenza.