I Carabinieri dei NAS di Catania, nell’ambito di controlli agli allevamenti e alla filiera alimentare delle carni, intensificati con l’approssimarsi delle festività natalizie, hanno scoperto e sequestrato diversi allevamenti abusivi di bestiame dislocati in varie località del territorio pedemontano etneo. Il primo sequestro è scattato nell’ambito di servizi per la prevenzione della peste suina africana, a seguito di un controllo presso un fondo agricolo ove stabulava un allevamento di suini che poi si scopriva essere totalmente privo di autorizzazioni. Gli animali, con la presenza di personale del Dipartimento Veterinario ASP immediatamente allertato, sono stati posti sotto vincolo sanitario perche’ non erano mai stati sottoposti ad alcuna profilassi sanitaria nè registrati nelle prescritte banche dati, pertanto ritenuti potenzialmente infetti. Nello stesso sito rurale è stato scoperto anche un piccolo allevamento di ovini, anch’esso sequestrato perché i capi non risultavano censiti. Sempre nell’ambito dei controlli preventivi contro la PSA è stato scoperto un altro allevamento di suini abusivo, questa volta all’interno di un’azienda zootecnica regolarmente autorizzata. Anche in questo caso sono stati sequestrati capi suini non identificati il cui stato sanitario era totalmente sconosciuto, ritenuti pertanto potenzialmente infetti.
Altro importante sequestro è stato operato nei confronti di un allevatore di ovini, il quale aveva “movimentato” abusivamente dalla propria azienda centinaia di pecore e agnelli confinandoli in un fabbricato rurale abbandonato all’interno di un fondo agricolo altrui, probabilmente per eludere i controlli, ritenuti potenzialmente infetti poiché, a seguito di verifiche svolte con la collaborazione di personale del Dipartimento Veterinario ASP, risultavano non sottoposti ad alcuna profilassi sanitaria. Da un controllo effettuato invece nei confronti di un ambulatorio veterinario privato, è emersa addirittura un’attività di vendita sottobanco di specialità farmaceutiche per uso veterinario destinati agli allevamenti di bestiame. Tale condotta illecita permetteva agli allevatori di somministrare i farmaci agli animali senza alcuna prescrizione medica e senza alcun controllo veterinario, pertanto non era garantito né il corretto uso né tantomeno il rispetto dei tempi di sospensione, soprattutto in caso di somministrazione di antibiotici, necessari affinché i principi attivi di tali sostanze divengano innocui nel momento in cui le carni giungono sulle tavole dei consumatori.