E’ luglio. Il caldo soffoca anche in montagna e il disagio aumenta quando i rubinetti sono a secco. La crisi idrica che sta attanagliando Randazzo merita una riflessione. Il Comune attinge da 4 pozzi, ma deve fare i conti con una rete idrica colabrodo che fa disperdere un cospicuo quantitativo di acqua. Se il problema potrebbe essere stato individuato, la soluzione è parecchio lontana: “Certo – spiega il sindaco, Michele Mangione – il problema è atavico, ma di passi avanti ne abbiamo compiuti. Solo oggi, infatti, il Comune è riuscito a dotarsi di una mappatura della rete che ha fatto emergere falle in abbondanza ed una distribuzione delle tubature a volte irrazionale”. Quindi sappiamo – continua – come intervenire. Per farlo, però, abbiamo bisogno di risorse. Ma i Comuni oggi, è noto, sono al verde, come è noto che sono lasciati soli. Neanche bandi mi pare siano stati pubblicati. Eppure l’acqua è un bene troppo prezioso per consentirci di trascurare il fenomeno”. Mangione è pronto a sollevare il problema con i vertici regionali, ma chiede che il fronte della richiesta si allarghi. “Le crisi idriche fanno parte della storia dei Comuni siciliani. Dove ci sono centri storici, le reti idriche sono piene di perdite. Insieme dobbiamo affrontare il problema alla Regione, affinché questa abbia forza per fare la voce grossa a Roma”. Per il sindaco, però, a Randazzo il problema non è solo la condotta principale. “No – aggiunge – e anzi i tecnici mi dicono che questa tiene abbastanza bene; sono gli allacci verso le abitazioni che sono mal messi o otturati. In via Duca degli Abruzzi, infatti, dove questi sono stati rifatti, l’acqua arriva con costanza. Inoltre, stento a credere che la crisi attuale sia solo dovuta ad un maggiore consumo; temo che vi siano allacci abusivi che faremo il possibile per scoprire”. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 14-07-2016