Il Comando Provinciale Carabinieri di Catania sta conducendo una vasta campagna di sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al fenomeno delle truffe, spesso rivolte ai danni degli anziani, poiché ritenuti dai malviventi, con pregiudizio, maggiormente vulnerabili. In quest’ottica, i vari Reparti, sia in città che in provincia, hanno intrapreso un percorso fatto di incontri, organizzati nei centri anziani, nelle chiese, prima o dopo le funzioni religiose, e nei diversi centri di aggregazione, per raggiungere una platea quanto più ampia possibile. Durante queste conferenze, i Comandanti delle Compagnie e delle Stazioni descrivono le modalità attraverso cui operano i truffatori, i quali fanno perno sull’emotività delle vittime, prospettando telefonicamente situazioni di difficoltà di un loro figlio o parente e chiedendo del denaro per tentare di risolvere il grave problema. A questa attività di prevenzione si affianca quella di ferma e costante repressione delle condotte illecite dei truffatori, portata avanti grazie alle segnalazioni dei cittadini e allo slancio investigativo dei militari chiamati a operare. In tale contesto, la scorsa settimana, intorno all’ora di pranzo, la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Randazzo ha iniziato a ricevere numerose segnalazioni da parte di residenti nei paesi di Bronte, Maletto e Randazzo, i quali hanno raccontato di essere stati contattati da finti Carabinieri che pretendevano denaro o preziosi per risolvere problematiche connesse ai loro congiunti.
In particolare a Bronte, una signora di 91 anni è stata contattata da un sedicente Comandante dei Carabinieri ma l’anziana, che aveva partecipato, dopo una funzione religiosa, ad un incontro con i veri Carabinieri, ha subito passato il telefono alla figlia, mettendo fine al tentativo di frode. Sempre a Bronte, i truffatori hanno contattato una signora raccontandole che il figlio aveva investito una madre con in braccio il figlio piccolo, e quindi il parente era in stato di fermo in caserma; anche in questo caso, però, la vittima prescelta non è caduta nel tranello e ha subito chiamato in caserma. Anche a Randazzo e Maletto, a due anziane signore di 84 e 85 anni, è stato comunicato che i loro figli erano rimasti coinvolti in un sinistro stradale, ma le astute signore non hanno dato seguito alle richieste di pagamento dei malviventi, interrompendo le telefonate e chiamando i Carabinieri delle locali Stazioni, da loro personalmente conosciuti. Grazie alla capillare attività informativa svolta dall’Arma in questi mesi, le vittime non si sono lasciate trasportare dalle emozioni e, intuito il raggiro, non hanno dato seguito alle richieste ma, anzi, si sono messe in contatto con i Carabinieri, stavolta quelli veri, che le hanno rassicurate e consigliate sul da farsi. Sulla base delle segnalazioni ricevute, i Carabinieri hanno avviato una ricerca a tappeto degli impostori, intercettando, nei pressi di un cavalcavia di Randazzo, un veicolo sospetto in sosta.
Grazie alla profonda conoscenza del territorio, infatti, ai militari dell’Aliquota Operativa non è sfuggita quell’auto con a bordo due sconosciuti e, pertanto, hanno deciso di fermarla, identificando a bordo un 26enne straniero e 16enne catanese che, però, non hanno saputo spiegare cosa ci facessero a Randazzo a quell’ora. Portati, perciò, in caserma per ulteriori accertamenti e perquisiti, il minorenne aveva con sé un telefono cellulare dal quale erano partite le chiamate verso i numeri fissi delle anziane della zona. Dalla consultazione della banca dati delle Forze dell’Ordine, inoltre, è emerso che il giovane era ricercato perché, avendo commesso altri reati, era destinatario di una misura cautelare di collocamento in comunità alla quale, però, si era sottratto. Sulla base degli indizi raccolti, da verificare in sede giurisdizionale, i due sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per “tentata truffa”, ferma restando la presunzione di innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva, e il minorenne è stato anche tradotto presso l’Istituto Penitenziario Minorile di Catania, in esecuzione del provvedimento cautelare.