La possibilità che una viabilità migliore rispetto a quella attuale favorisca l’economia e gli scambi fra il versante settentrionale dell’Etna e quello meridionale dei Nebrodi adesso è più concreta. L’accordo di programma quadro rafforzato sulla viabilità della
Regione siciliana prevede la progettazione della nuova strada Randazzo – Tortorici – Rocca di Caprileone. Una strada che se realizzata, (il dubbio in Sicilia è sempre obbligatorio), renderà in parte giustizia ad una viabilità che nell’entroterra della Sicilia orientale è rimasta vecchia, “nervosa” ed anacronistica e sicuramente favorirà il turismo e gli scambi commerciali importantissimi per portare ricchezza a comunità che, diciamolo, fino ad oggi solo rimaste particolarmente isolate. In verità, che ci fosse realmente la possibilità di creare un collegamento stradale migliore rispetto a quello attuale fra Randazzo e Rocca di Caprileone e quindi il Tirreno, lo si sa da quasi 3 anni, grazie alla caparbietà degli amministratori del Comune di Tortorici, che addirittura hanno speso fondi comunali per realizzare uno studio di fattibilità su una nuova possibile strada che collegasse velocemente Randazzo con la costa tirrenica. Lo studio prevedeva una strada a scorrimento veloce fra l’Etna ed il mare con una lunga galleria di 9 chilometri fra Randazzo e Tortorici. Siccome però non ci troviamo in Lombardia, dove per rendere scorrevole il percorso della Ss 38 sono state costruite gallerie per circa 15 chilometri, l’Anas ha deciso di ammodernare una parte dell’attuale tracciato della Ss 116 passando così da Santa Domenica Vittoria e Floresta ed ammodernando il tratto fino a Tortorici. Comunque meglio di niente. Ed allora vediamo di capire un po di più cosa dovrà diventare questa strada. A darci le informazioni è il dott. Francesco Calanna, presidente del Gal Nebrodi che assieme al sindaco di Tortorici, Carmelo Rizzo Nervo, ha avuto il merito di battersi e credere fortemente su questo investimento sulla mobilità. Intanto per la realizzazione dei lavori sono stati previsti investimenti per 454 milioni euro, ma i costi reali dell’opera saranno stabiliti dal progetto esecutivo che l’Anas dovrà redigere da settembre del 2018 fino al novembre del 2020, quando, nel rispetto di un cronoprogramma già stilato, tutto l’iter burocratico approvativo dovrebbe essere concluso. Costi della progettazione 3 milioni e 850 mila euro per una strada di 51 chilometri di categoria C1. Tutti si augurano che la nuova strada progettata da Anas accorci di parecchio i tempi di percorrenza e che i tecnici non si limitino solamente al allargare qualche curva, altrimenti Randazzo e Tortorici e poi alla fine Rocca di Caprileone e quindi il Tirreno rimarranno ugualmente troppo distanti. Ovviamente, se solo per la progettazione c’è tempo fino a novembre del 2020, chissà quanti anni passeranno prima dell’inaugurazione dell’opera. Nel frattempo a collegare i versanti sud e nord dei Nebrodi in questa zona dovrà bastare l’attuale tracciato della Ss 116 Randazzo-Capo D’Orlando che fra curve, frane, buche e avvallamenti mostra parecchie criticità. Un pericolo, soprattutto in questo periodo estivo, in cui il tratto stradale è frequentato da chi si sposta su veicoli a due ruote per raggiungere le località balneari del Tirreno. Per questo l’attivista francavillese del Movimento 5 Stelle, Guglielmo Trusso, ha inviato persino una segnalazione al comandante dei Carabinieri di Randazzo. «Da circa 5 mesi chiedo agli uffici Anas di segnalare adeguatamente la presenza degli avvallamenti sul manto e di intervenire in maniera definitiva per risolvere il problema – scrive Trusso nella lettera inviata alle forze dell’ordine – Ho segnalato il tutto per iscritto, anche al servizio clienti del centro nazionale strade Anas, benché dalla risposta che mi è stata data si evince che il problema nell’immediato non verrà affrontato. Mi auguro che un vostro intervento – conclude Trusso – faccia muovere qualcuno al fine di tutelare l’incolumità degli utenti della strada». In effetti la risposta dell’Anas nazionale della quale parla Trusso, a seguito di una sua segnalazione scritta del 20 luglio scorso, dice che «i lavori di rifacimento del manto stradale nella tratta in questione sono stati inseriti nel Contratto di programma 2017 il cui progetto esecutivo è ancora in corso di redazione». Ci si augura allora che si esca dallo stallo al più presto, anche per criticità che potrebbero emergere con l’arrivo delle prime piogge. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 01-09-2017
STATALE 120 : SI FARANNO SOLO INTERVENTI SUL MANTO IN UN TRATTO – Che il nuovo tratto della Ss 120 Randazzo – Fiumefreddo non si sarebbe fatto più è noto da tempo. Nel primo tratto della “Strada dei Parchi”, che collega l’autostrada e la costa ionica con il Parco dell’Etna, si rifarà appena un nuovo tappeto di asfalto. Da spendere non ci sono più di 6 milioni di euro. Come è noto, i 300 milioni di euro necessari per realizzare una nuova strada che diminuisse le curve e superasse centri abitati e passaggi a livello della Fce, sono stati considerati troppi. Ma se a Randazzo tutti sono contenti della decisione di ammodernare la Randazzo-Rocca
di Caprileone, molti si chiedono: perché i 454 milioni di euro previsti per questa strada non sono eccessivi e i 300 per la Ss 120 si? Quale “ratio” ha determinato questa scelta? Ed a pensarla così è anche il sindaco di Randazzo, Michele Mangione che dopo aver dato 525 mila euro all’Anas per la progettazione della Randazzo-Fiumefreddo, ha appreso dal nostro giornale che la strada non si fa più. Nessuna comunicazione ufficiale. Infatti, stizzito, afferma: “Perché la Randazzo-Rocca di Caprileone sì e la Ss 120 no? Bella domanda! Il perché dovremmo farcelo spiegare direttamente dalla Regione e dall’Anas, che ricordo non hanno ancora scritto nulla di ufficiale. È anche una questione di educazione istituzionale. Questo sentirsi “superiori” è francamente insopportabile». Mangione perde un po’ del suo “aplomb”, ma rispecchia perfettamente il pensiero di tanti che hanno perso il sogno di non attraversare più i centri abitati o percorrere le 150 curve o cambi di direzione. E questo non solo per arrivare alla costa in 15 minuti, ma per favorire turismo ed economia di un entroterra che certo avrebbe bisogno di infrastrutture migliori. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 01-09-2017
DOPO 6 ANNI LA BRONTE – ADRANO ADESSO E’ “PRONTA” PER I LAVORI – Fine iter burocratico per l’ammodernamento del secondo lotto del tratto Bronte- Adrano della Ss 284, quello che dal chilometro 26 arriva ad Adrano ed esattamente allo svincolo con la superstrada Adrano- Paternò. Si aspettava l’ultima firma, ovvero quella del Dipartimento della Coesione. Giunta questa, nulla più impedisce all’Anas di procedere. Certo, immaginare i lavori entro la fine dell’anno è utopistico. Bisognerà, infatti, procedere alla gara d’appalto e agli espropri dei terreni, ma adesso possiamo dire che il percorso è in discesa. Come per il primo lotto, i cui lavori sono stati completati, sarà realizzata una strada ad unica carreggiata composta da due corsie di 3,75 metri ciascuna, con l’intera piattaforma stradale che sarà larga 10 metri e 50 centimetri. Da sottolineare come nel tratto in prossimità di Adrano il progetto preveda la realizzazione di un cavalcavia sulla strada ferrata della ferrovia Circumetnea eliminando così il passaggio a livello. Tutto per 54 milioni di euro. Tutti contenti dunque, o quasi. L’ex senatore Pino Firrarello punta il dito contro la
lentezza della burocrazia. «Questa strada – afferma – è stata finanziata nell’agosto del 2011. Sono passati 6 anni. Pensate che il
funzionario del Dipartimento della Coesione a Roma ci ha messo un anno per porre l’ultima firma. Il 7 agosto scorso il Cipe
ha finanziato 2 miliardi e 300 milioni per interrare la ferrovia Messina-Fiumefreddo ed anche 97 milioni di euro per rendere
sicuro il tratto della Ss 284 fra Adrano e Paternò. Mi domando di questo passo – conclude – quando verranno realizzate
queste opere». R. P. Fonte “La Sicilia” del 01-09-2017