Il primo verdetto dell’operazione Terra Bruciata, che il 26 ottobre 2022 mise in ginocchio i Sangani di Randazzo, assume un alto sapore simbolico visto che il comune etneo è stato recentemente sciolto per infiltrazioni mafiose. Ed è di qualche settimana fa l’abbattimento delle stalle abusive costruite in pieno Parco dell’Etna, in cui diverso tempo addietro i carabinieri trovarono un arsenale direttamente riconducibile alla famiglia mafiosa che rappresenta l’articolazione territoriale dei Laudani di Catania. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dalla pm Assunta Musella, hanno inquadrato il potere mafioso che in questo territorio è alimentato dalla violenza e dal terrore. Qui purtroppo la mafia riesce a mettere radici grazie all’omertà. Le indagini infatti partirono da un tentato omicidio: ma la stessa vittima convocata dai carabinieri fu vaga. Poi furono le intercettazioni dei carabinieri a permettere di ricostruire gli affari dei Sangani. Estorsioni e droga. Con una riserva di armi che farebbe invidia anche a una piccola nazione. I militari riescono a immortalare riunioni e summit in piena campagna: telecamere posizionate nei posti più improbabili diventano riscontri che blindano l’apparato probatorio.
Le pene più dure inflitte dal gup Stefano Montoneri sono nei confronti di Samuele Portale, nipote di Salvatore Sangani – che sta affrontando il dibattimento a Bicocca – e di Pietro Pagano. La condanna per entrambi è stata di 20 anni di reclusione. Per comprendere la personalità criminale di Portale basti pensare che chiamò i suoi cani uno Messina e uno Denaro, quasi una celebrazione al boss stragista di Castelvetrano, catturato dopo 30 anni di latitanza, morto lo scorso anno. Le pene inflitte dal gup Stefano Montoneri sono state severe, se consideriamo gli sconti di pena. Andiamo in ordine: Salvatore Bonfiglio 10 anni, Cristian Cantali 2 anni e 12.000 euro di multa, Francesco Gullotto 10 anni, Antonino Lupica Tonno 5 anni e 24.000 euro di multa, Pietro Pagano 20 anni, Marco Portale 12 anni, Samuele Portale 20 anni, Francesco Rapisarda 2 anni e 10.000 euro di multa, Fabrizio Rosta 10 anni, Giuseppe Sciavarello 10 anni. Condannati, con il rito del patteggiamento e con contestuale motivazione, Leonardo La Rosa e Nunzio Urzì, rispettivamente a un anno e 8 mesi di reclusione e 1.600 euro di multa e un anno e 10 mesi di reclusione e 667 euro di multa.
Samuele Portale è stato condannato anche a pagare il risarcimento del danno alla parte civile. Stabilita dal gup una provvisionale di 12.000 euro. Le motivazioni della condanna saranno depositate tra 90 giorni. Intanto il gip non ha ancora fissato l’incidente probatorio sulla compatibilità della armi sequestrate ai Sangani con la strage degli Spartà avvenuta 31 anni fa. Le indagini sono coordinate dai pm Alessandro Sorrentino e Michela Maresca e l’aggiunto Fonzo. Laura Distefano Fonte “La Sicilia” del 22-03-2024