di Rino Marrone – Giornalista Professionista Già vice capo Redattore di “Avvenire” – Milano
A Randazzo, tradizioni popolari, sagre, religiosità cattolica, la fiaccolata in ricordo dell’eruzione del 1981, la “Vara” portata per le strade e con i personaggi interpretati da tanti ragazzi, e tanta storia vissuta e raccontata. I ragazzi delle terze classi della scuola media De Amici di Randazzo, a lezione della storia medioevale tenuta dal prof. Salvatore Agati, ex sindaco di Randazzo, ora sanno che possono essere orgogliosi in quanto “figli” di una cultura storica siciliana incancellabile dal tempo. Randazzo è un prezioso scrigno di arte e cultura che, nel corso dei secoli, dal Medioevo al ‘700, è testimonianza di un cammino – lento ma proficuo – della storia isolana, che è un tutt’uno tra civiltà di popolo e sicilianità pregna di studi letterari. La “riservatezza”su questo lungo cammino storico ha, però, portato ad un certo isolamento dal resto d’Italia, sicchè pochi sanno, in realtà, la storia delle tante città e paesi siciliani che sono stati al centro dell’arte, della cultura, degli scambi commerciali, a Randazzo, ma anche da Catania a tutto il territorio etneo. Chi sa, ad esempio, che Randazzo fu centro laborioso dell’industria della seta? Chi sa che Randazzo aveva un esercito, e che il castello svevo fu la scelta di Federico Secondo di Svevia come caposaldo di difesa ? E del Palazzo Reale con le sue otto torri, distrutte dal trascorrere del tempo ? Chi sa del condottiero Giorgio Maniace che combattè contro gli arabi a Messina e Siracusa, liberando anche numerosi territori siciliani dal dominio msulmano ?
E ancora: della storia dei tre quartieri, latino – greco- lombardo, Santa Maria, San Nicola e San Martino, ricordati oggi a piazza San Nicola con la statua “Ravannuzzu Vecchio” ? Notizie frammentarie, su Randazzo del Medioevo ; pochi o scarni documenti storici. Eppure, a Randazzo, la memoria storica, andrebbe continuamente “rivisitata” per conoscerne le radici, così come andrebbero “rivisitati”, ad esempio, Adrano, Maletto per capirne il loro tracciato storico. Ma fermiamoci a Randazzo, ex “Città Demaniale”, ora Medaglia d’argento al merito civile. Qui , nel comune definito la “Cassino di Sicilia” perchè devastato dai bombardamenti durante l’ultima guerra, è presente la storia del Medioevo siciliano con la “scuola” letteraria e di umanità di Federico Secondo di Svevia, che a Palermo volle aprire alla “scuola poetica siciliana” (un misto tra cultura cristiana, araba, ebraica e greca) base della lingua italiana diffusasi, poi, a Firenze con Guido Cavalcanti, Dante, Petrarca e Boccaccio. Federico Secondo di Svevia trasferì, e diffuse, a Randazzo la cultura dell’accoglienza, dei sani rapporti umani, del rispetto della persona, delle lettere e perciò dell’istruzione. Randazzo divenne, quindi, il centro del progresso umano che mise radici profonde.
I ragazzi della scuola De Amicis hanno fatto bene ad apprendere tutti questi fattori di vita, e ne trarranno giovamento nel corso del loro cammino. La scuola apre al sapere, alla conoscenza tra curiosità e stupore. Ci si stupisce, infatti, per l’austerità architettonica di un antico palazzo (come la Casa Scala ex palazzo reale a Randazzo) e si vuol sapere come hanno fatto a costruirlo; ci si stupisce nel constatare il grande progresso di civiltà dal medioevo a oggi, e ci si chiede chi siano stati in “grandi maestri” di vita e della cultura. La scuola aiuta anche, e soprattutto, ad uscire dalla rassegnazione scolastica e a guardare sempre più a quel senso civico che è rispetto, educazione, cultura dell’antisuperficiliatà. Ma questo è un discorso che merita più ampio spazio; quel che conta è saper risalire alle radici di un popolo per conoscerci meglio.
E parecchie di queste radici sono già scoperte con il recupero di tanti reperti, radici rievocate con studi e convegni sul patrimonio artistico e ambientale della Soprintendenza di Catania. Giorgio Michele Luca (Maleto) ha saputo, in un convegno, portarci nella storia medioevale delle zone, centri e paesi intorno all’Etna. Perché non continuare su questa strada ? Randazzo è ricca di monumenti, chiese, e palazzi storici che meritano più attenzione e cura; ve ne sono di palazzi che andrebbero restaurati, e quindi occorerebbe sollecitare i necessari finanziamenti (anche se al quanto difficile, di questi tempi); occorre incentivare sempre più le visite di scolaresche al museo archeologico per favorire il sapere e la conoscenza con il supporto, essenziale, di lezioni nelle classi scolastiche. La storia, che porta alle radici di un popolo, va coltivata sempre, non ridotta a semplice illustrazione di cartolina.