Dopo l’operazione dei carabinieri “Terra bruciata” che ha portato all’arresto, a vario titolo, di ventuno persone accusate principalmente di mafia ed estorsioni e che, in qualche modo ha coinvolto anche il sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi, il presidente del consiglio comunale, Carmelo Scalisi, e l’ex consigliere comunale Marco Crimi – raggiunti da avviso di garanzia – la notizia era attesa da un momento all’altro. Il Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, ha disposto, su delega del Ministro dell’Interno, l’accesso ispettivo presso il Comune di Randazzo, «al fine di verificare l’eventuale sussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti su collegamenti diretti o indiretti con la criminalità organizzata di tipo mafioso». E ieri mattina la Commissione si è insediata. Nel provvedimento si evince chiaramente che la Prefettura ha la necessità di «svolgere verifiche ed approfondimenti presso l’Amministrazione comunale, come da unanime avviso da parte del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica». In particolare quello che vuole verificare sono possibili «forme di condizionamento del organi elettivi ed amministrativi del Comune». Ad indagare saranno due vice prefetti, insieme con il comandante della Compagnia carabinieri di Randazzo, capitano Luca D’Ambrosio.
La Commissione si avvarrà anche di altri cinque funzionari o ufficiali dello Stato. Ricordiamo che l’operazione “Terra bruciata” ha ipotizzato nei confronti del sindaco del presidente del Consiglio, e dell’ex consigliere Marco Crimi, “scambio elettorale politico-mafioso” in occasione delle elezioni amministrative del 2018. In pratica gli investigatori, attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali hanno ipotizzato “voti in cambio di un posto di lavoro e della fruizione di un alloggio popolare”. Accuse che i due amministratori però hanno sempre respinto, come ha confermato ieri il primo cittadino in una nota: «Insieme con il presidente del Consiglio comunale di Randazzo, Carmelo Scalisi – si legge – abbiamo appreso con serenità la notizia dell’insediamento della Commissione prefettizia. Sappiamo che si tratta di un atto dovuto a seguito dell’operazione “Terra bruciata” che ci ha visti coinvolti, ma da cui abbiamo sempre dichiarato, in tutte le sedi, la nostra più totale estraneità.
Alla Commissione, di conseguenza, come è già stato con le autorità inquirenti e con la magistratura, assicuriamo tutta la collaborazione possibile, affinché possa anch’essa avere prova della nostra personale estraneità ai fatti oggetto d’indagine, per i quali peraltro la Procura distrettuale di Catania ha avanzato al giudice richiesta di archiviazione». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 21-03-2023