Sono diverse le intimidazioni che spesso vengono fatte ai coltivatori, per farli desistere dal coltivare i terreni e lasciare campo libero al pascolo. A Randazzo molte denunce e segnalazioni di imprenditori, privati e di cantine vitivinicole, i cui terreni sono stati oggetto di danneggiamenti da parte di ignoti. In particolare vigneti e fondi agricoli, distrutti da incendi dolosi o improvvisamente vandalizzati. Al fenomeno si aggiungono anche introduzioni illecite di greggi e mandrie al pascolo in aree private e anomali sbarramenti di strade pubbliche con tanto di minacce e affronti personali ai proprietari. È così che la cosiddetta “mafia rurale” negli ultimi anni avrebbe avuto in mano il controllo di gran parte dell’entroterra siciliano, fra cui le zone di Randazzo. Dove in tanti sono stati costretti ad abbandonare i loro progetti di sviluppo. Una vera e propria “guerra” portata avanti per impadronirsi di terre altrui, con il risultato di trasformare in un incubo la vita di numerosi viticoltori, in una zona di grande espansione per i vigneti. Uno dei segni più tangibili di questo strapotere resta quello costituito dall’installazione nei terreni di numerose recinzioni abusive, ossia barriere rudimentali che di fatto limitano il transito a cittadini e forze dell’ordine. A questo si aggiungono frequenti raid di greggi e mandrie al pascolo in aree private e le minacce e affronti personali da parte dei pastori locali a imprenditori e proprietari.
I vigneti sono, infatti, frequentemente presi di mira proprio perché “sottraggono” terreno al pascolo. Un fenomeno che finora ha messo in ginocchio il territorio e condizionato le enormi possibilità di sviluppo di cui è dotato. Lo scopo, in particolare, sarebbe quello di avere a disposizione ettari da utilizzare per far pascolare gli animali o da prendere fittiziamente in gestione per attrarre milioni di euro di finanziamenti destinati agli agricoltori dall’Unione europea. Tante le denunce e gli esposti fatti in Procura, sia per il pascolo abusivo, che per roghi improvvisi di campagne e case rurali, ma poco è cambiato fino ad oggi. R. P. Fonte “La Sicilia” del 25-09-2020