Sarà un esperto in impianti di depurazione civile, nominato per conto del Comune di Randazzo dall’avvocato Eleonora Spartà, che difende gli interessi dei residenti e proprietari terrieri di contrada Ciaramella, a dire se il depuratore delle acque reflue di Randazzo funziona, se è stato costruito adeguatamente e se la sua conduzione è corretta. Questo l’esito del sopralluogo tecnico che il Sindaco di Randazzo, Salvatore Agati, ha organizzato assieme alla gente che protesta contro i cattivi odori provenienti dall’impianto. “Solo un esperto in materia di depurazione che lavora e fa bene funzionare i depuratori può fornirci le giuste indicazioni – ha affermato Agati – Il Comune è pronto ad avvalersi della sua esperienza e, riconoscendo che il problema è tutto dei residenti e dei proprietari terrieri, chiedo all’avv. Spartà, che degnamente li rappresenta, a indicarlo”. L’avv. Spartà ha accettato l’incarico di cercare l’esperto che risolva il mistero dei cattivi odori e individui se e dove il depuratore non funziona. Secondo l’ing. Mario Nicolosi, rappresentante della società che gestisce l’impianto, gli accertamenti effettuati dall’Arpa, che ha individuato valori di inquinamento in uscita superiori alla norma, confermano che un solo prelievo non basterebbe a stabilire il reale funzionamento dell’impianto. “Al di là di tutto – ha concluso Agati – questa è una vicenda che deve trovare soluzione. Io per primo, a salvaguardia della salute e dei diritti dei miei cittadini, voglio sapere se questo depuratore, che ricordo essere stato progettato in un altro sito, ha difetti di costruzione e se viene fatto funzionare al meglio”. Agati, quindi, intende vederci chiaro e capire se è vero o no che si sia “sacrificato” qualcosa in fase di costruzione per coprire i costi necessari a spostare il depuratore dal sito originale. La gente intanto non cessa la protesta:”L’odore nauseabondo a momenti è insopportabile – dicono in massa – non crediamo proprio che tutto ciò sia normale. In tanti ci dicono che chi rimane a lungo a respirare questa aria pesante non corre rischi per la salute. Questo ci conforta, ma non capiamo, però, come mai in tanti dopo un po’ soffrono di cefalee e notano arrossamenti cutanei. Noi non ci fermeremo – concludono – anche perché, non potendo recarci sul posto per coltivare le nostre campagne, abbiamo visto violare il nostro diritto di proprietà”.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 14-01-2008