Dopo i miasmi maleodoranti provenienti dal depuratore delle acque reflue, che hanno fatto arrabbiare e non poco i proprietari dei terreni agricoli di contrada Ciaramella, a scatenare ulteriori polemiche è il rifiuto del consigliere comunale Alfio Pillera a firmare la relazione finale della commissione consiliare d’indagine sulle problematiche del depuratore, prive, a dire di Pillera, delle “responsabilità di carattere amministrativo e tecnico –progettuale”. Il consigliere Antonino Grillo, che di questa commissione faceva parte, infatti, infatti, che in una nota scrive: “I componenti della commissione d’indagine hanno sempre avuto un rapporto leale tra loro. Riteniamo alquanto insolito e poco corretto l’atteggiamento avuto dal consigliere Alfio Pillera, (presente nella prima fase a quasi tutte le commissioni ufficiali), che ha presentato in Consiglio un documento inesatto, che non corrisponde con quanto scritto nella relazione. Infatti – continua – questa ha messo in rilievo le responsabilità di carattere amministrativo-progettuale e la scelta del sito. Avremmo preferito che il consigliere Pillera, si prendesse le proprie responsabilità, partecipando alle numerose riunioni, ed esprimendo in commissione le sue valutazioni”. “Premetto – replica Pillera – che non vi è alcun obbligo giuridico a firmare la relazione finale. Semmai vi è un obbligo morale e politico ad esprimere le proprie valutazioni sull’argomento. E così ho fatto, come si evince dai verbali della commissione. Comunque evidenzio che sul problema degli odori nauseabondi esiste si pronuncerà il Giudice, e che nel depuratore confluiscono reflui solo di una parte del paese. Ciò basta a confermare gli oggettivi vizi progettuali ed esecutivi. Alla fine la verità è che, dopo avere speso circa 11 miliardi delle vecchie lire il Comune di Randazzo ha a disposizione un depuratore che crea problemi ai cittadini, all’ambiente e alle casse comunali”.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 17-04-2010