Per qualcuno si è trattato solo di una coincidenza, a molti però piace pensare che sia stato il “Cielo” a restituire giustizia. La vicenda riguarda la querelle legale fra i 13 proprietari dei terreni agricoli in contrada Ciarambella che non possono rimanere a lungo nelle proprie case rurali perché il vicino depuratore emette forti miasmi maleodoranti. Bene, dopo che nel marzo del 2006, al termine di 9 anni di battaglie a colpi di carta bollata, la terza sezione civile del Tribunale di Catania, aveva ordinato al Comune di Randazzo di eseguire entro 4 mesi i lavori per eliminare i cattivi odori, a sentire i proprietari la puzza c’è ancora. La verità è che il Comune non ha i fondi per realizzare tutti i lavori previsti dal consulente tecnico del Tribunale e forse nessuno si prende veramente la briga di chiudere un depuratore che, farà puzza è vero, ma evita che reflui inquinanti arrivino nel fiume Alcantara.
Così i proprietari stanchi, giovedì sera si sono recati in Comune per protestare. «E, com’è sempre accaduto, nessuna risposta – ci dicono – solo promesse. Garanzie zero». Delusi sono andati via, convinti di non riuscire a ottenere il rispetto dei propri diritti nonostante le sentenze dei giudici a loro favore. A distanza neanche di 24 ore dall’incontro, ieri sera il loro avvocato, Rosario Magro, però comunica loro che non sarà proprio così. «Visto che gli era stato ordinato –ci dice l’avv. Magro –e non ha ottemperato, il Giudice della terza sezione Civile di Catania, Dora Bonifacio, accogliendo una mia istanza, ha condannato il Comune di Randazzo
a risarcire 15 euro a ciascuno dei ricorrenti, per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento del marzo del 2016. Dai primi conti approssimativi che abbiamo fatto il Comune complessivamente già deve circa 80 mila euro». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 24-06-2017