A Randazzo si continua ad avere paura che i cani, passeggiando liberamente per strada o in campagna, possano ingoiare qualche polpetta avvelenata. Dopo l’allarme lanciato qualche settimana fa, nonostante al Comune di Randazzo non risultino recenti ritrovamenti di cani morti, c’è chi invece denuncia il contrario. Alcune persone che sono in possesso di cani si sono riuniti in un comitato che hanno chiamato “Gli amici degli animali”. Ci hanno inviato delle fotografie, assicurando che sono recenti, e per protestare contro chi, a loro dire, continuerebbe a infestare il territorio, ma soprattutto per sottoporre il problema agli occhi delle istituzioni, domenica alle 18 hanno organizzato un corteo. Il raduno è previsto in piazza Loreto, poi pacificamente, assieme ad alcuni dei loro cani, sfileranno fino a piazza Municipio. “I nostri amici a 4 zampe avranno anche loro dei diritti, no? – ci dice Nicoletta Saddu, fra i promotori dell’iniziativa – c’è qualcuno che ha il dovere di tutelarli?Se si, è bene che faccia presto perché non è possibile passeggiare con la paura di vedere morire i nostri cani, ma dobbiamo essere anche certi che neanche i nostri bambini tocchino per strada polpette avvelenate. Le foto inviate – continua la Soddu – sono di cani trovati morti nei giorni scorsi. Il fenomeno continua”. Ma il comitato chiede anche una opportuna campagna di identificazione dei cani randagi attraverso un microchip e soprattutto chiarezza sullo smaltimento delle carcasse. C’è chi dice che dovrebbero essere incenerite per questioni igienico-sanitarie, altri trasportati in un cimitero per cani. Il Comune di Randazzo comunica come tratta eventuali casi: “Interviene – ci scrivono il VI settore operativo, al cui interno opera il nucleo di Polizia ambientale-ecologica. Viene avvisato il competente servizio veterinario dell’Asp. Si controlla se l’animale è dotato di microchip. Si accertano le reali cause della morte dell’animale e qualora questa fosse avvenuta per causa naturali, viene disposto l’interramento della carcassa lontano da falde acquifere”. “In casi sospetti – concludono – si procede all’esame della carcassa da parte dell’Istituto zooprofilattico”.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 11-04-2014