Quando ha aperto la cartella esattoriale, il sindaco Michele Mangione non voleva credere ai suoi occhi. La “Riscossione Sicilia Spa” ha notificato al Comune di Randazzo, per conto della Ragioneria territoriale dello Stato, una cartella esattoriale di ben 964.336,23 euro. Ma a creare stupore ed incredulità no era la cifra, certamente non comune, ma la causale del debito: lo Stato, infatti, con questi soldi, a distanza di più di 60 anni, chiede “il recupero delle somme anticipate per l’attuazione del piano di ricostruzione” della cittadina dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. “Proprio così – afferma il primo cittadino mentre mostra la cartella – da non credere, ma è così. Secondo lo Stato, Randazzo, che durante la guerra, secondo le attestazioni del Genio Civile, ha subito la distruzione dell’86% dei fabbricati del centro urbano, al punto da essere paragonata a Cassino, deve pagare la ricostruzione delle strade e delle piazze distrutte dalle bombe. E’ paradossale: se non fosse per gli accordi internazionali Randazzo potrebbe chiedere i danni ai Paesi alleati che l’hanno bombardata. Invece, secondo lo Stato deve pagare la ricostruzione”. L’intimazione al pagamento è perentoria ed il Comune ha 60 giorni di tempo per pagare. “Pagare – sottolinea Mangione – vorrebbe dire decretare il fallimento del Comune. Oggi posso dire che è lo Stato che sta affossando i conti di questo Comune. Vedremo le condizioni per fare ricorso, perchè non ho alcuna intenzione di far pagare ai miei cittadini anche per questo conto”. Approfondendo la notizia scopriamo che, pur assurda, è burocraticamente ineccepibile la pretesa dello Stato. Ineccepibile perchè quando nel 1945 il Comune di Randazzo venne inserito nel primo elenco dei Comuni più gravemente danneggiati dalla guerra, al fine di ottenere l’intervento statale per la ricostruzione il Consiglio Comunale nel 1949 assunse l’obbligo di rimborsare le somme che sarebbero state anticipate dallo Stato. In verità, il Consiglio comunale del 1950 chiese al governo di allora i benefici concessi a Cassino, esentata da ogni pagamento, ma gli furono negati sia dal ministero competente, sia dalla Regione siciliana. Così il Genio civile allora suddivise la ricostruzione della cittadina in 9 lotti. Sei di questi sono stati pagati negli anni successivi, ma tre no. E per questo oggi lo Stato chiede conto e ragione, In questi 3 lotti sono inserite le ricostruzioni delle vie Tagliamento, Salemi, Mattarella, Basile, IV Novembre, Vittorio Veneto, Portale, Archimede, Turati, Dei Magro, Lombardia e Papotto. In più le piazze Vagliasindi, XI Bersaglieri e Loreto. Comunque, se oggi è arrivata la cartella esattoriale, certo qualche notifica negli anni scorsi deve essere arrivata. A leggere i documenti forniti dal Comune se questo avesse pagato nel 1995, il costo sarebbe stato di 599.856 euro. Nel 2002 la direzione provinciale del Tesoro comunicava al Comune un nuovo debito di 771.450 euro che nel 2012 è diventato 884.576 euro ed oggi 964.336,23 euro. “Stiamo verificando – continua il sindaco Mangione – ma al momento non abbiamo notizie di ricorsi presentati dal Comune o di atti per interrompere i termini”. Così’ in teoria, per estinguere il debito gli 11 mila randazzesi dovranno pagare allo Stato 87 euro a testa, dopo che i loro nonni subirono danni immensi dai bombardamenti e ricostruirono le loro case sbriciolate dalle bombe con il sudore della fronte.
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 06-02-2014
Caro sindaco Michele io in te contatterei l’avv. Angelo Fiore Tartaglia di Roma, e di tutta fretta, chiedendo il risarcimento allo stato dei danni causati dal movimento bellico Anglo-Americano, oltre alla sospensione della cartella esattoriale, in più inviterei i cittadini a costituirsi parte civile. Il riconoscimento della medaglia d’argento non è casuale, essa indica e riconosce, il sacrificio che la città ha dovuto affrontare e di quante perdite ha dovuto subire, a causa del movimento bellico del 1943.
Incredulo e disgustato,sono daccordissimo con il mio amico Riccardo Nibali