Il pane a 3 euro al chilo. Sono passati appena 6 mesi da quando il costo del pane è aumentato in media di 40 centesimi, raggiungendo quota 2,40 euro. Adesso i panificatori sono stati nuovamente costretti a ritoccare il prezzo. A pesare sui costi di produzione, questa volta non è stato l’aumento della farina o del grano, ma di gas e luce. I panificatori randazzesi, infatti, dopo aver ricevuto le prime bollette che hanno inciso notevolmente sui costi di produzione, hanno deciso di riunirsi per capire come affrontare insieme i rincari. Alla fine hanno deciso di sottoscrivere un documento che fissa per tutti i prezzi da applicare al pubblico: 3 euro al chilo per il pane e 4 per i panini. «Non potevamo fare diversamente – spiega Vincenzo Calà che a Randazzo produce buon pane da circa 35 anni – troppi rincari di gas e luce. Intendiamoci, anche il costo della farina è aumentato, ma non così tanto da costringerci a ritoccare il prezzo. Ciò che ci ha costretto a rivedere tutto sono stati luce e gas, oltre alle spese di trasporto. Pensate – continua – in media abbiamo avuto un aumento del 30% dei costi dell’energia e questo ovviamente ha finito per ripercuotersi sul prezzo finale di ciò che produciamo».
E quando aumenta il costo del pane non è mai una buona notizia. Si tratta, infatti, di un bene di prima necessita che tutti consumano e che fa parte del paniere dell’Istat per misurare l’inflazione. Per questo i timori sono tanti, come le proteste che comunque rimangono assopite. «I clienti giustamente si lamentano – continua Calà – e comprano di meno. Ma noi non potevamo fare diversamente. Anzi temiamo altri rincari del costo del grano. E se queste nefaste previsioni dovessero essere confermate, dovremo affrontare anche questa ulteriore emergenza». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 03-04-2022