Niente stravolgimenti in Consiglio comunale, a Randazzo. Il Tar di Catania ha respinto il ricorso presentato da Marta Raciti, Vincenza Bonina e Antonino Lanza, contro il Comune di Randazzo e nei confronti degli attuali consiglieri comunali Lucio Rubbino, Franco Minissale, Carmelo Giarrizzo e Carmelo Scalisi. I ricorrenti hanno chiesto l’annullamento del verbale dell’ufficio elettorale centrale perché, in occasione delle ultime elezioni amministrative, non ha attribuito il premio di maggioranza alle liste collegate a Michele Mangione che ha vinto le elezioni. Alle liste del sindaco, infatti, sono stati assegnati solo 8 consiglieri su 20. In particolare i ricorrenti hanno contestato l’articolo 2 dalla legge regionale 35/97 che regola le amministrative in un Comune come Randazzo nella fascia fra i 10 mila e 15 mila abitanti, ritenendolo in contrasto con la Costituzione e soprattutto penalizzante perché non permette al sindaco di avere stabilità di governo. Il Tar però ha rigettato il ricorso. «Visto che il risultato non era soddisfacente – ha affermato il consigliere Carmelo Giarrizzo – alla fine della partita, hanno cercato di cambiare le regole del gioco». «In nome della governabilità – ha aggiunto il consigliere Rubbino – la minoranza voleva diventare maggioranza. Anzi vi dico di più: in nome della Costituzione voleva raggiungere un risultato incostituzionale. E’ arrivato il momento di finirla con i ricorsi e pensare al paese». «La legislazione elettorale – dice l’avvocato Agatino Cariola della difesa – richiede l’equilibrio fra i diversi interessi. In Italia e i Sicilia è l’ora di finirla con aggiustamenti di piccolo cabotaggio. E’ arrivato il momento che questo Paese si interroghi sulla razionalità complessiva del sistema elettorale per assicurare la rappresentanza di tutti senza trasformare in maggioranza chi non ha adeguato consenso». Il sindaco Michele Mangione difende la scelta della sua coalizione: «Le sentenze vanno rispettate – afferma – ritengo però che i Comuni come Randazzo, che rientrano in questa fascia, vengano penalizzati da una legge che non garantisce stabilità di governo. Quando abbiamo presentato ricorso sapevamo che era difficile spuntarla, ma eravamo convinti delle nostre idee al di là dei dettami della normativa. Adesso – conclude – andremo avanti e i nostri interlocutori privilegiati saranno coloro che condivideranno il nostro programma».
Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 24-11-2013