Esiste ancora in Sicilia lo spirito indipendentista? Secondo il comitato “Vespri siciliani 2019”, che domenica sera ha manifestato a Randazzo, per celebrare il 74° anniversario della morte di Antonio Canepa, ucciso in un conflitto a fuoco con i carabinieri nel 1945, è solo una questione di conoscenza. A sentire Fonso Genchi e Antonio Fricano, portavoci del comitato, «se i siciliani sapessero la verità, chiederebbero l’indipendenza». E le cose che i siciliani dovrebbero sapere, a sentire i due portavoce, sarebbero tante, a cominciare dalle ammissioni effettuate nel maggio del 2016 dall’ex assessore regionale Alessandro Baccei, che siciliano non è. «L’ex assessore –afferma Fricano –nel corso di un’intervista a l’Espresso ha affermato che Iva e Irpef per 7 miliardi che spetterebbero per statuto ai siciliani non vengono restituiti». Insomma anche loro come tanti ribadiscono il fatto che il nostro Statuto non sarebbe applicato nelle parti più importanti per noi.
Ma quello dei circa 200 manifestanti giunti a Randazzo, anche dalla “lontana” Palermo, non è solo un messaggio velato a Musumeci, ma un calcio all’unità nazionale. «Noi diciamo –continua Fricano –che dal 1860 la Sicilia è oppressa dall’Italia. L’unica strada percorribile per salvare l’Isola è l’indipendenza». Ed allora il Comitato ha deciso di manifestare a Randazzo domenica scorsa ed a Palermo in occasione dell’anniversario dei “Vespri”del 1282 contro i dominatori francesi: «E’ una marcia – afferma Fonso Genchi – fino all’indipendenza». Un movimento dove non mancano giovani e soprattutto donne. Non a caso a Randazzo ad aprire il corteo erano donne: «Si sappia –spiega Cettina Foti – che le tasse che pagano i cittadini delle Regioni a statuto speciale del Nord rimangono nel loro territorio. Le nostre no». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 18-06-2019