Passa all’attacco il parrucchiere di Randazzo Tony Gullotto sfrattato sabato scorso dal suo negozio di via Umberto. L’artigiano in una nota ci informa di aver presentato 3 denunce ai carabinieri di Randazzo: “Dopo lo sfratto quando sono tornato a casa – scrive – mi sono accorto che casa mia, che ricordo si trova sopra il negozio da cui sono stato sfrattato, era senza acqua potabile. Per questo io e la mia famiglia siamo stati costretti ad andare a vivere altrove. Lo ribadisco il negozio non poteva essere venduto singolarmente perché collegato con l’abitazione che dà tutti servizi. Separarlo vorrebbe dire creare servitù. Non si poteva fare”. Poi Gullotto ribadisce: “Non ho potuto neanche ritirare la merce e gli attrezzi da lavoro. Ho dovuto ricomprarli”. Intanto Gullotto aspetta con ansia l’udienza di merito che il giudice ha fissato per il 12 febbraio. Già prima che fosse stato effettuato lo sfratto, infatti, il difensore dell’artigiano, l’avv. Nino Granata, ha evidenziato una irregolarità nella vendita dell’immobile, ma il giudice non ha sospeso l’esecuzione, ha solo fissato una nuova udienza. A fianco dell’artigiano i rappresentanti di associazioni e movimenti che si battono contro i pignoramenti di prime case e aziende.
G.G. Fonte “La Sicilia” del 06-02-2015