«Una iniziativa che parte dal basso che mi fa dire che vale. L’istituzione delle zone franche montane in Sicilia è uno strumento consono per dare una risposta a questi territori che tendono a spopolarsi. Ma non basta a valorizzare queste aree che raccontano un passato greco, è necessario che le comunità tornino a vivere. Servono ambizioni, progetti comuni per far ripartire la crescita di questi territori con enormi potenzialità inespresse, accanto a efficienza e collaborazione. Mi impegno, nel rispetto delle procedure e delle competenze assegnateci, a portare avanti il Disegno di Legge voto approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana, ma è necessario che ognuno di voi faccia la propria parte: avviare un progetto di vita comune». Lo ha detto il sen. Luciano D’Alfonso, presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, di fronte ad una folta rappresentanza dei 132 sindaci dei Comuni montani, ai presidenti dei Parchi dell’Etna, Nebrodi, Madonie e Alcantara e alle organizzazioni datoriali e sindacali, a conclusione del tavolo operativo promosso dal Comitato pro ZFM in Sicilia, svoltosi a Randazzo sul tema “Zone Franche in Sicilia & Diritto di Residenza”, con la partecipazione della senatrice Tiziana Drago componente della Commissione Finanza e Tesoro del Senato e del vicepresidente dell’Ars Angela Foti. Ad aprire i lavori, moderati da Alberto Cicero, caposervizio del quotidiano La Sicilia, i saluti i del sindaco di Randazzo Francesco Sgroi, del delegato Anci Sicilia ZFM Antonio Rini, del presidente dell’Asael Matteo Cocchiara, del presidente della BCC La Riscossa di Regalbuto, Arturo La Vignera e di Vincenzo Lapunzina, coordinatore comitato regionale pro ZFM, che si batte da anni, insieme al comitato, a cui aderiscono i sindaci dei Comuni delle “terre alte” dell’isola, affinché questi paesaggi tornino a vivere.
«Nelle prossime settimane – ha detto a nome del comitato – ritorneremo in piazza per non lasciare da sola la deputazione nazionale di Camera e Senato, impegnata nella definizione dell’iter delle zone franche montane. Non possiamo più perdere tempo e non permetteremo a nessuno di mangiarsi il futuro dei nostri figli per nutrire il presente». Per il cultore dello Statuto autonomistico Riccardo Compagnino, «inserire le ZFM nel contesto della Regione siciliana può costituire l’avvio della stagione politica della certezza nei rapporto finanziari con lo Stato recuperando recenti disposizioni legislative che hanno violato lo Statuto». Di sviluppo economico e incremento demografico ha parlato invece la senatrice Drago: «Un fenomeno, quello della denatalità – ha spiegato – legato ad un problema di tipo “sistemico”, in primis dovuto alla mancanza di politiche familiari, alle quali si associano altri ambiti d’azione politica, tra cui quello delle infrastrutture. I disegni di legge da me presentati per stimolare l’aumento demografico e sopperire alla carenza di welfare familiare ben si sposano con le esigenze dei borghi montani». La vicepresidente dell’Ars, Angela Foti, ha ricordato che a Sala d’Ercole «c’è stato un fortissimo impegno nei tempi utili affinché una volta inviata a Roma avvenisse la trattazione. Non è un segreto che il processo di spopolamento della Sicilia trovi proprio nelle zone montane il peggior dei record. Questo tema non può che essere centrale nell’agenda politica». Fonte “La Sicilia” del 01-09-2020