Randazzo. L’operazione è scattata ieri mattina: i carabinieri della Compagnia di Randazzo e quelli della Finanza della tenenza di Riposto hanno effettuato un blitz in enti pubblici, abitazioni private, studi tecnici e sedi istituzionali per acquisire documentazione ritenuta utile alle indagini avviate dalla Procura distrettuale di Catania. Sono stati sequestrati documenti negli uffici tecnici dei Comuni di Castiglione e Francavilla, nella sede del Parco fluviale dell’Alcantara (Francavilla), negli uffici di una società di costruzioni a Passopisciaro (frazione di Castiglione) e al Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara in via Fisauli a Randazzo. Faldoni, fascicoli, carte e fotocopie ma anche computer e dispositivi di archiviazione digitale sono nelle mani degli inquirenti che, sempre ieri mattina, sono piombati nelle abitazioni private di alcune persone, alcune delle quali molto note nella Valle Alcantara per incarichi politico-amministrativi rivestiti negli anni scorsi ed anche attualmente. Non trapela assolutamente nulla sulle vere finalità dell’imponente sequestro di atti, ma dalle indiscrezioni appare chiaro che la magistratura sta scavando, anche ma non solo, nelle attività del Gal Terre dell’Etna e dell’Alcantara e che gli atti sequestrati siano legati a personaggi che gravitano nell’ambito della società consortile che gioca, assieme ad altri soggetti sovracomunali, un ruolo strategico nelle economie della vallata. Finanziamenti europei utilizzati in maniera difforme rispetto alle modalità richieste e concesse: questo uno dei capisaldi dell’inchiesta che, secondo indiscrezioni, potrebbe ora allargarsi e coinvolgere altri personaggi noti nella Valle Alcantara, destinataria negli ultimi due quinquenni di ingenti prebende da parte proprio dell’Unione europea. Ora i carabinieri e la finanza voglio vederci chiaro sulla progettazione di alcune opere, sgombrando il campo da ombre e dubbi sulla gestione dei fondi. I controlli sono incrociati: i due fascicoli prelevati ad esempio al Parco fluviale dell’Alcantara, che in questa inchiesta non risulta coinvolto in quanto ente a difesa e tutela dell’habitat naturale, serviranno a capire se le autorizzazioni e i nulla osta erano atti dovuti. Dunque, più che gli enti in quanto tali, sembrano coinvolti i soggetti che in questi enti, a vario titolo, hanno giocato un ruolo determinante nella creazione di un sistema che ha dato agli inquirenti più di un motivo di sospetto.
MARCELLO PROIETTO di SILVESTRO fonte “La Sicilia” del 20-05-2010