Riflettori puntati su contrada Donnabianca a Randazzo. L’area verde appena fuori dall’abitato, dove qualche settimana fa Comune, carabinieri e Guardia forestale hanno liberato la strada di accesso alla zona dai rovi, che da decenni impedivano il transito, insieme ai tanti cancelli che per anni hanno abusivamente delimitato il territorio. I carabinieri di Randazzo, infatti, a seguito di un’attività di controllo del territorio, hanno ripercorso quelle stesse strade, scoprendo che qualcuno aveva posto tre massi sulla carreggiata. Un modo semplice per impedire nuovamente il transito. Certo, a sistemare le grosse pietre può essere stato chiunque. Possono essere stati dei ragazzi in vena di scherzi, però potrebbe essere stato qualcuno che non gradisce che la zona venga nuovamente fruita da escursionisti e proprietari. Per questo i carabinieri hanno subito segnalato l’accaduto al Comune, chiedendo la rimozione dei massi che, subito dopo, “miracolosamente”, sono spariti. Per questo le attività di controllo dei militari dell’Arma continueranno. E’ ovvio che l’attenzione particolare dei carabinieri verso la contrada Donnabianca è giunta dopo quanto accaduto a Salvatore Rubulotta, il gestore della comunità conviviale “Etna Bio ValleY”, vittima nel giugno scorso di una intimidazione da parte di ignoti che hanno segato le travi e dato alle fiamme il “rustico” sito proprio in contrada Donna Bianca. Rubulotta all’inizio sembrava intenzionato a ricostruire e riprendere l’attività, poi ha deciso di lasciare l’impresa. Una sconfitta per tutta la società e per una città che potrebbe far decollare il turismo ambientale. Quello di Rubulotta, infatti, non è l’unico episodio accaduto. Chissà perché nella zona i rustici dei privati spesso si incendiano, come è accaduto in contrada Dagala Longa, lungo la Ss 284, quando il tetto di una casa restaurata da poco è andato stranamente in fiamme. Fonte “La Sicilia” del 07-11-2017