Tempi duri all’Ipab della medievale cittadina che gestisce la Casa di Riposo “Paolo Vagliasindi del Castello”. Nonostante siano ricoverati 38 anziani che pagano regolarmente la retta, ai 18 dipendenti assunti a tempo determinato (con contratti trimestrali che si rinnovano ripetutamente) l’ultimo stipendio pagato si riferisce al mese di agosto 2021. Da allora, infatti, niente busta paga. «Non prendiamo lo stipendio dal mese di settembre – ci conferma una dipendete – il personale è allo stremo. Passi uno o due mesi senza stipendio, ma rimanere 5 mesi, compreso gennaio che ormai è alla fine, senza soldi è certamente insostenibile. Eppure questa Casa di riposo offre per la comunità un servizio importante». Ma anche avere una interlocuzione con il vertice per le dipendenti non è semplice: «La struttura di Randazzo è commissariata – continua la dipendente – da qualche giorno è stato nominato un nuovo commissario che però ancora non conosciamo».
E stanchi di non avere certezze sul futuro, i dipendenti si sono rivolti al sindaco Francesco Sgroi: «Il Consiglio di amministrazione dell’Ipab è scaduto da 8 mesi – afferma il sindaco – sia io, sia il parroco abbiamo inviato all’assessorato i nostri nuovi nominativi, ma la Regione non nomina ancora il presidente. Appena i dipendenti si sono rivolti a me ho immediatamente pensato di contattare il nuovo commissario che ho già incontrato a Catania. Si tratta del dott. Guglielmo Reale che mi ha promesso che farà il possibile per elargire immediatamente lo stipendio di settembre. Subito dopo sarà mia cura chiedere alla Regione siciliana un finanziamento che permetta alla Casa di Riposo di pagare gli altri stipendi». Ed a Randazzo questa Casa di Riposo ha un grande valore. Esiste dal 10 ottobre del 1929 istituita con Regio decreto. Inizialmente si chiamava Ricovero di mendicità e usufruendo delle donazioni dei fratelli Vagliasindi, nella vecchia sede dell’ex ospedale, aveva lo scopo di soccorrere i poveri bisognosi. Nel 1964, grazie a mons. Mancini, fu trasferita nell’attuale sede. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 26-01-2022