Tristezza e rabbia. Sentimenti diffusi per chiunque da Randazzo alzi lo sguardo sulla dorsale dei Nebrodi, dove fino a una settimana fa brillavano il giallo e il verde dei preziosi boschi di uno dei più rigogliosi demani delle Caronie, mentre oggi domina il nero di un rogo di rara violenza. In pochi giorni in fumo migliaia di ettari fra boschi, macchia mediterranea, case rurali, animali, e con loro le risorse investite per decenni su manutenzione e salvaguardia. La mano dolosa dell’uomo è certa. Del resto quasi ogni anno questi boschi vengono minacciati. A noi è bastato frugare nel nostro archivio. Nel 2005, per esempio, stessa situazione con epilogo più fortunato. Come confermano le fonti ufficiali, sia allora che quest’anno, la vedetta nota un incendio a monte San Marco e lancia l’allarme. Allora il fuoco è stato fermato grazie all’intervento dei mezzi aerei. Quest’anno elicotteri e canadair sono arrivati solo dopo 2 giorni e gli uomini a terra, coordinati dal comandante del Corpo forestale Pippo Pasqua, nonostante abbiano fatto più del possibile, nulla hanno potuto contro un fuoco alimentato da venti torridi. Per questo, è polemica sul ritardo dell’intervento aereo a Randazzo. L’ex sindaco Ernesto Del Campo, imprenditore agricolo, ha visto andare in fiamme una decina di suoi ulivi secolari e un tratto di bosco a causa di un altro incendio e afferma: «Non è tanto il problema del mio uliveto, ma fino a quando Randazzo ha potuto contare sull’elicottero antincendio del Demanio Sciarone, avevamo quasi dimenticato gli incendi. Che fine ha fatto l’elicottero? L’elicottero ha sempre impedito agli incendi di propagarsi nei nostri boschi».
E a Sciarone oggi c’è la pista dell’elisoccorso. «Utilissima, ci mancherebbe – esclama Del Campo – Si poteva però realizzare una seconda piazzola di atterraggio in qualsiasi altro posto per mantenere l’elicottero del servizio antincendio. Randazzo ha bisogno di un elicottero antincendio offrendo territorio per 3 parchi, la sua posizione è strategica». Ed è stata la stessa Regione, anni fa, a sospendere il servizio antincendio, non avendo rinnovato le convenzioni, ma ora è la stessa Forestale a volerlo ripristinare. La proposta giace alla Regione, ma come sempre la realtà è più veloce della burocrazia. «Per questo – dice Del Campo – bisogna spingere a tutti i livelli: locale e regionale. Le squadre antincendio di terra non possono bastare. È un appello che rivolgo a tutti. Non possiamo rischiare di vedere sparire il nostro patrimonio ambientale». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 05-08-2021