Un’altra serie di colpi al “caporalato” quelli assestati dai carabinieri del Comando provinciale, in sintonia con gli indirizzi strategici indicati dal prefetto, dott. Claudio Sammartino, nell’ambito dell’azione di contrasto alle violazioni delle normative sul lavoro. Nella circostanza, sono scesi in campo i militari delle Compagnie di Paternò, Palagonia e Randazzo con i colleghi del Nucleo Ispettorato del lavoro. Complessivamente sono state otto le ditte passate al setaccio dai militari dell’Arma, i quali hanno identificato 62 lavoratori dipendenti. Due gli operai risultati irregolari, posizioni che hanno fatto scattare ammende per 3.500 euro ed una maxi sanzione amministrativa per “lavoro in nero” pari a 7.500 euro. Il titolare di un’azienda è stato denunciato per reati inerenti la mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro, segnatamente per non aver inviato a visita medica preventiva i lavoratori dipendenti; inoltre, non avrebbe ottemperato alla prevista formazione in materia di sicurezza sul luogo di lavoro.
Il proprietario di un’altra impresa è stato denunciato per avere installato nei locali dell’azienda strumenti audiovisivi in assenza di accordo sindacale ovvero di autorizzazione dell’Ispettorato territoriale del lavoro. Cinque, poi, le sanzioni amministrative, per un totale di 2mila euro, per l’inosservanza del protocollo “AntiCovid-19”; altrettante quelle per la violazione del divieto di assembramento, pari a 2.665 euro. Due sanzioni per il mancato rispetto della distanza interpersonale e una per il superamento della capienza massima dei mezzi che trasportano i lavoratori. G. R. Fonte “La Sicilia” del 06-12-2020