Due cani, durante la notte, sono entrati all’interno di un ovile ed hanno fatto strage di pecore. Cinque sono morte, altre 33 sono rimaste agonizzanti. E’ accaduto a Randazzo, in contrada Ciarambella. Il padrone, al nostro arrivo, apre le braccia sconsolato, ma è visibilmente infuriato. Si chiama Alfio D’Amico, fa il pastore da oltre 28 anni e non è la prima volta che branchi di cani randagi, ma anche cani con tanto di collare, riescono a entrare nell’ovile e azzannare le sue pecore. “Ogni anno ci capita – ci dice – che dei cani azzannino qualche pecora. Ma quello che è accaduto stanotte è assurdo. Quando sono arrivato nell’ovile di buon mattino, i due cani erano ancora lì. Uno dei due aveva il collare e non sembrava un randagio, in questa parte del gregge c’erano 60 agnelli: Come potete vedere, complessivamente illesi ne sono ne sono rimasti pochi e di quelli agonizzanti temo purtroppo che ne sopravviveranno pochi”. D’Amico in questa battaglia a difesa del suo gregge si sente solo. “Se la notte si trova un cane con il collare – ci dice – certamente qualcuno lo ha lasciato libero di fare razzia ovunque. Spesso li vedo in branco, ed allora diventano pericolosi per i nostri animali e per tutti. A notarli non sono solo io, eppure nessuno dice o fa niente. Mi domando: ai cani non dovrebbe essere posto un microchip per identificarli? Il sindaco non ha il dovere di verificare se ci sono padroncini che non hanno posto il microchip ai propri cani o se li liberano durante la notte? La verità è che siamo soli”. “Ho intenzione – dice il sindaco Michele Mangione – di far realizzare una campagna per microcippattura insieme con l’Asp. Inoltre farò intensificare i controlli. La soluzione dei randagi sta nella sterilizzazione ma bisogna trovare un locale per attrezzare una sala operatoria. Nei prossimi giorni sottoporrò il problema al direttore dell’Asp di Catania, ma ritengo che il problema sta anche nella mancata sensibilità di possessori di cani che li lasciano liberi senza farsene scrupolo”.
G.G. Fonte “La Sicilia” del 10-03-2015
Giorno 20 febbraio sono stato aggredito da un pastore maremmano che era in branco con altro cane meticcio di colore bianco, mandandomi all’ospedale con un bel morso sulla mano.
Giorno 19 febbraio sempre questi due cani sulla strada di via pozzo, hanno scannato una pecora.
Più volte sono stati fatti appelli contro l’avvelenamento dei cani, alcuni promossi anche da me, e più volte è stato sensibilizzato il comune, affinché si occupassero del problema randagismo, purtroppo ancora oggi il problema viene ridicolizzato e preso sotto gamba.
Fino a che non ci sarà una giusta bonifica di sterilizzazione e castrazione dei randagi, oltre ad assicurarli in un luogo sicuro, si continuerà a sentire di avvelenamenti, e finché i cani saranno abbandonati, spinti dalla fame, facendosi coraggio del branco, si spingeranno a fare danni maggiori.