Le pene inflitte dal Tribunale sono più pesanti di quelle chieste dal pm. Francesco Calanni Pileri e Carmelo Pino sono stati condannati per il pestaggio subito da un egiziano per impedirgli di partecipare a un’asta immobiliare a Randazzo. Sono 10 anni di reclusione per Calanni Pileri e 7 anni per Pino. La storia è davvero inquietante. L’imprenditore è stato massacrato – secondo l’accusa – su mandato dell’imputato che avrebbe ingaggiato i picchiatori attraverso Pino, imparentato con un boss dei Cappello. L’aggressione è avvenuta l’estate del 2022. Ai carabinieri la vittima ha raccontato che prima di essere colpito avrebbe sentito uno dei due dire: «Calanni ti manda un messaggio, tu e tuo figlio se non andate via da qui verrete ammazzati tutti». L’egiziano è finito in ospedale dove gli hanno asportato la milza. A marzo 2023 l’attività commerciale fu danneggiata da un incendio, che risultò essere doloso. Il rogo scoppiò pochi giorni prima della fissazione di una delle aste. L’egiziano riuscì a salvarsi fuggendo da una finestra dello stabile. Ci furono forti sospetti che anche dietro il rogo ci sarebbe stato l’imputato, che per crearsi un alibi e allontanare il mirino nei suoi confronti denunciò l’imprenditore per turbativa d’asta.
I carabinieri attivarono una serie di intercettazioni. Alcune conversazioni portarono a pensare che Calanni Pileri stesse preparando un’altra spedizione punitiva nei confronti dell’egiziano. «Due avvertimenti gli bastano, no? Quindici giorni fa prima della cosa (l’asta, ndr) gliel’hanno bruciato… ha preso fuoco… prende solo a fuoco?», diceva l’imputato. Gli investigatori cercarono di fermare la violenza. La procura infatti ad aprile 2023 emise i fermi nei confronti dei due condannati. Le accuse sono state tentata estorsione, lesioni gravissime e danneggiamento seguito da incendio. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni. L’avvocato Francesco Antille, che difende Calanni, ha già annunciato il ricorso in appello. Pino è stato assisto dall’avvocato Dario Polizzi Favarolo. Laura Distefano Fonte “La Sicilia” del 09-07-2024