La voce degli imprenditori e dei proprietari del versante Nord dell’Etna, vittima di continui furti e danneggiamenti nei loro poderi di campagna, è arrivata al neoprefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi. Dopo gli ultimi episodi che fanno sospettare un possibile legame con quanto accaduto nel passato, una folta delegazione dell’associazione Asaec (Associazione antiestorsione di Catania Libero Grassi), presieduta da Nicola Grassi, ha chiesto e ottenuto un incontro con il Prefetto per chiedergli di intensificare gli sforzi e fronteggiare «un fenomeno che nel versante Nord dell’Etna da parecchi anni sembra comprimere la libera fruizione dei luoghi e condizionare le scelte dei legittimi proprietari, inducendoli a rinunciare alle iniziative di sviluppo economico imprenditoriale in ambito rurale, turistico e persino di semplice fruizione privata di appezzamenti di terreno, case rurali e di villeggiatura». La tecnica utilizzata dai malviventi sarebbe quella della «pressione intimidatrice attraverso azioni di danneggiamento di beni immobili e mobili». Secondo l’Asaec ci troviamo di fronte ad una vera e propria «mafia rurale», che sfocia in un «inammissibile e progressivo controllo del territorio da parte di soggetti collegati a cosche criminali».
«Tutti ci siamo subito resi conto che il prefetto – afferma il presidente Nicola Grassi – era perfettamente a conoscenza di cosa accade a Randazzo. Noi abbiamo portato le vive testimonianze di alcuni imprenditori e proprietari che, costantemente danneggiati, mostrano quei sentimenti di scoraggiamento, delusione e stanchezza che fanno da preludio all’abbandono del territorio». «Per evitare che ciò accada – continua Grassi – noi abbiamo chiesto un maggiore controllo del territorio, attraverso una costante presenza delle forze dell’Ordine che potrebbero anche avvalersi di efficaci impianti di videosorveglianza e, perché no, anche delle più moderne tecnologie. Inoltre – continua il presidente dell’Asaec – abbiamo rappresentato la nostra assoluta disponibilità a sensibilizzare gli imprenditori e i proprietari a denunciare. Sappiamo, infatti, che le denunce circostanziate rispetto ai fatti che accadono sono poche. Per questo stiamo ideando una campagna di sensibilizzazione che permetterà di fare capire ai proprietari che denunciare è un dovere civico che permetterà loro di accedere a diversi incentivi e agevolazioni. Controllo del territorio e sensibilizzazione dei proprietari a non abbandonare il territorio sono fondamentali per sconfiggere questo odioso fenomeno. Ringraziamo il prefetto Librizzi per averci ascoltato con attenzione. Continueremo – conclude Grassi – a parlare di quanto accade a Randazzo. Abbiamo anche chiesto un incontro con il sindaco Francesco Sgroi e attendiamo di essere ricevuti».
Non è la prima volta che l’Asaec affronta il problema della criminalità rurale nelle campagne di Randazzo e porta la voce delle vittime nelle istituzioni a vari livelli. Da anni, infatti, raccoglie la disperazione e la rassegnazione dei proprietari terrieri che ha trasferito in pubbliche denunce in audizione in commissione antimafia all’Ars e in un dettagliato esposto presentato alla Procura della Repubblica di Catania nell’agosto del 2018. Adesso, però, è il momento di agire. Fonte “La Sicilia” del 12-04-2021