Sarà emessa questa mattina, dal giudice monocratico della seconda sezione penale del Tribunale di Catania, Tiziana Maugeri, la sentenza a carico di Marco Crimi, il giovane di Randazzo accusato di furto di identità telematica in danno della concittadina Maria Pia Risa, pedagogista e giornalista. E arriverà proprio qualche giorno prima della prescrizione del caso, che comporterà lo stop dell’iter giudiziario avviato. Lunedì scorso il giudice, prima di aprire la discussione, ha rigettato la richiesta del difensore dell’imputato, Nunzio Calanna, di acquisire altra documentazione che, a suo dire, avrebbe messo meglio in luce la posizione non cristallina della parte civile. Sulla richiesta il pm si era rimesso alla decisione del giudice mentre il patrono di parte civile, Giuseppe Cristiano, si era dichiarato contrario, aveva definito calunniose le affermazioni del difensore e si era riservato di avviare eventuali azioni legali. Chiusa l’istruttoria dibattimentale, il pubblico ministero, dott. Vincenzo Armenio, ha chiesto la condanna dell’imputato a quattro mesi di reclusione. Il difensore di parte civile ha sottolineato come fossero certi gli elementi di prova, che si incentrano sulle tre incursioni, provate dalla Polizia postale, effettuate sul profilo della Risa, una dall’abitazione dell’imputato e due dall’azienda nella quale Crimi lavorava. L’avv. Calanna, nella sua arringa difensiva, ha osservato come non ci fosse certezza circa il furto delle credenziali di accesso a internet nei profili della parte offesa e circa la responsabilità dell’imputato. Fonte “La Sicilia” del 11-07-2018