Non si placa anzi si allarga agli altri paesi del versante nord dell’Etna, la protesta dei lavoratori forestali che a Randazzo hanno occupato ad oltranza la sala consiliare del Comune, chiedendo alla Regione Siciliana di mantenere gli accordi precedentemente sottoscritti e di permettere loro di completare le giornate lavorative. Anche un gruppo di lavoratori di Maniace, infatti, hanno occupato la sala consiliare del proprio Comune. E pure loro hanno deciso di distinguere la propria protesta dalle iniziative organizzate dai sindacati confederali ma, a differenza dei colleghi randazzesi, hanno criticato l’azione della “triplice” sindacale. “Io temo – dice Salvatore Reale di Maniace – che la mia fascia di lavoratori, ovvero quelli che ogni anno effettuano 78 giornate, venga spazzata via dalla crisi economica. Io ho 40 anni, moglie e 3 figli e la forestale è l’unico mio reddito. Tutti chiediamo non solo che ci permettano quest’anno di completare le giornate stabilite, ma che ci stabilizzino. A noi i soldi della disoccupazione non interessano. Vogliamo guadagnarci lo stipendio lavorando. Se sarà il caso – conclude – andremo a protestare a Roma, ma ci andremo da soli, perchè i sindacati confederali hanno dimostrato di non rappresentare i nostri interessi”. Il segretario generale della Flai Cgil di Catania; Alfio Mannino, non replica alle accuse perchè ci dice di comprendere ed avere rispetto della rabbia dei lavoratori che temono di perdere il posto di lavoro. Ma afferma: “A luglio ed agosto, quando tutti erano in ferie, il sindacato catanese ha tenuto trattative, organizzato due iniziative di lotta ed occupato l’Azienda foreste demaniali, proprio per difendere i diritti dei lavoratori”. Intanto, a Randazzo le notizie tutt’altro che positive che giungono da Palermo hanno acceso ulteriormente la protesta. I lavoratori, dopo aver trascorso la notte in Comune, assieme al sindaco Del Campo, si sono trasferiti per un’ora circa in piazza Municipio e, poi, sono tornati nell’aula consiliare dove resteranno sino a domani. “In verità – afferma Salvatore Pagano – avremmo voluto sfilare lungo la via Umberto, per chiedere ai commercianti di abbassare le saracinesche al nostro passaggio”. Inoltre, oggi la nostra protesta potrebbe contagiare anche i lavoratori forestali di Bronte e Maletto che, come annuncia Vincenzo Sanfilippo, del sindacato “Sanf – Fna”, stamani potrebbero occupare le aule consiliari dei rispettivi Comuni. Frattanto, una buona notizia è arrivata. L’on. Vincenzo Vinciullo, vicepresidente della commissione “Affari Istituzionali” all’Assemblea regionale siciliana, ha annunciato che presto saranno pagati gli stipendi arretrati dei lavoratori antincendio: L’assessore Armao che ringrazio – ha dichiarato – mi ha assicurato che gli ordini di accreditamento sono stati firmati da parte della ragioneria. Sarà adesso la tesoreria a rendere disponibili le somme per le singole sedi provinciali”.
A RISCHIO IN 2000
Sono circa 2000 i lavoratori nel versante nord dell’Etna che in questo momento sono in ansia e temono di non poter completare quest’anno le giornate lavorative. A Randazzo i lavoratori che ogni anno vengono avviati sono 660, a Maletto 180, a Bronte e Maniace 850, mentre a Linguaglossa, Castiglione e Piedimonte Etneo circa 340. La maggior parte dei lavoratori sono capi famiglia e monoreddito. Di conseguenza, se si dovesse sfaldare l’economia legata alla forestale, solo in 7 paesi ci sarebbero 2000 disoccupati in più.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 06-09-2012