I killer dei cani colpiscono ancora. Nelle ultime settimane c’è stata una recrudescenza del fenomeno dei cani avvelenati da polpette che qualcuno ha seminato in giro. Il luogo dove le esce mortali pare siano state gettate con maggiore insistenza è il parco Sciarone, meta di tanti proprietari di cani. Ma anche nel centro di Randazzo, ed esattamente in piazza Bellini, pare che sono stati trovati bocconi, lanciati addirittura oltre i recinti dei giardini privati, come ci racconta la signora Daniela Papa: «E’ successo domenica 18 scorso. Qualcuno durante la notte ha gettato qualcosa. I miei gatti purtroppo sono morti e il mio cane appena è uscito in giardino ha ingoiato qualcosa di letale. A salvarlo è stato il veterinario. Una barbarie vera e propria – conclude – nel giardino ci gioca mia figlia di 2 anni e ci coltivo verdure e ortaggi che ho dovuto gettare per prudenza». Visto quanto accade, si è formato un gruppo su facebook, chiamato «In difesa dei nostri amici a quattro zampe» che ha chiesto, e ottenuto, un incontro con il sindaco Michele Mangione e il presidente del Consiglio comunale, Nino Grillo: «Insieme con il gruppo – sottolinea il primo cittadino – faremo il possibile per contrastare il fenomeno, presentando insieme un esposto alle forze dell’ordine. Riuniremo anche un tavolo tecnico con tutti gli enti interessati. Ci muoveremo». Ma se chi ha un cane chiede maggiori controlli, e soprattutto la bonifica dei parchi come quello Sciarone, dall’altra durante l’incontro è stato duramente condannato chi, passeggiando con il cane, non si porta dietro sacchetto e palette per raccogliere gli escrementi. I marciapiedi ne sono pieni anche a causa del randagismo. E se avvelenare i cani vile barbarie, pulire è segno di civiltà.
G. G.
POLPETTE AVVELENATE
E’ dal 2010, ovvero da quando furono uccisi tutti cani della zona artigianale di contrada sant’Elia, che a Randazzo è allarme polpette avvelenate. Nell’aprile scorso furono decine i cani avvelenati in campagne e pure in centro. I proprietari reagirono ed organizzarono pure un corteo di protesta, mentre l’associazione Aidaa istituì una taglia di 5000 euro per chi permetteva la cattura di un «untore». Il fenomeno sembrava essersi placato.
G.G. Fonte “La Sicilia” del 27-01-2015