Quando l’11 aprile scorso è stata depositata la delibera con cui la Corte dei Conti ha approvato il Piano di riequilibrio del bilancio del Comune di Randazzo presentato dal sindaco Francesco Sgroi, ritenuto dai magistrati contabili “attendibile” e “sostenibile”, tutti hanno pensato che il peggio fosse ormai alle spalle. Invece lo stesso sindaco Sgroi, dopo essersi consultato con il suo “esperto” in materie economiche e finanziarie, il dott. Angelo Scadurra e con il presidente del Collegio dei revisori dei Conti, dott. Angelo Immormino, ha deciso di informare la città sul rischio imminente della dichiarazione del dissesto finanziario. Colpa, a suo dire, «non certo del Comune di Randazzo come dimostrerebbe la delibera della Corte di conti, ma della Legge di bilancio 2019 del Governo nazionale che avrebbe cambiato le regole del gioco a partita in corso». In questo il sindaco è chiaro e molto duro. Ritiene, infatti, che il Governo, introducendo nuove norme sull’utilizzo dei fondi a disposizione dei Comuni, abbia «ingiustamente penalizzato tutti quelli che come Randazzo stanno tentando di riportare alla normalità il bilancio», privando alcuni Enti locali di parte di fondi senza considerare se questi abbiamo attuato o meno quella diligenza contabile che la Corte dei Conti ha riconosciuto per Randazzo. «Noi – ha spiegato il dott. Scandurra – nel rispetto delle leggi abbiamo in passato accantonato ben 330mila euro per pagare parte dei debiti fuori bilancio ed 840mila euro per coprire eventuali debiti scaturiti da contenziosi. Bene – spiega – oggi il Governo ci dice che non possiamo più utilizzare queste somme. Capire bene che decade l’intero impianto di riequilibrio di bilancio approvato dalla Corte dei conti e siamo costretti a cercare questi soldi altrove». Ed il rischio che i conti non tornino è enorme. E quando i conti non tornano, è dissesto. «Rivolgo al Governo un appello – conclude il sindaco – affinché rivedano questa parte della legge, salvando i Comuni come Randazzo che al sud sono tanti, altrimenti la strada sarà dolorosa, ma forzata». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 18-04.2019