In un’era in cui la tecnologia avanza inesorabilmente e la digitalizzazione sembra attrezzare ogni angolo del nostro paese con nuovi dispositivi ultrarapidi, c’è ancora chi sembra viaggiare a ritroso nel tempo. A Randazzo, cittadina medievale fortificata, nota per i suoi incantevoli scorci e la ricca storia, un residuo tecnologico continua a infastidire i cittadini: il Postamat presso l’ufficio postale locale, anziché agevolare le vite degli abitanti con servizi bancari efficienti, sembra peggiorare le cose. Nel tranquillo comune di circa 11.000 anime, i disagi provocati da un Postamat che sembra maledettamente ostinato a non funzionare si fanno sentire. L’apparecchio in questione, testimone di decenni di storia finanziaria, sembra oggi quasi prendersi gioco di chi tenta di effettuare un semplice prelievo. Gli utenti locali lamentano che, ben il 70% delle volte, al posto di banconote da cento, cinquanta o venti euro, l’unica cosa che l’apparecchio eroga siano errori tecnici di varia natura. E quando non si dichiara fuori servizio, le tempistiche per concludere un’operazione sono imbarazzanti: fino a 4 o 5 minuti per il completamento di una transazione che, in altre circostanze e contesti, sarebbe immediata.
La frustrazione aumenta considerando che la comunità randazzese non è priva di soluzioni alternative, ma le stesse sono disseminate nei paesi limitrofi. I più giovani, esasperati, trovano più conveniente percorrere il tratto stradale fino a Santa Domenica di Vittoria, Bronte o Linguaglossa per evitare gli inconvenienti di casa propria. È superfluo dire che tali deviazioni, oltre ad essere un mal comune, frappone un ulteriore ostacolo per coloro che non posseggono la mobilità necessaria a raggiungere altri centri. Quindi si lanci un appello, un grido di disagio che non può e non dovrebbe più passare inosservato. Chiunque detenga il compito di supervisionare e mantenere l’efficienza di tali servizi fondamentali deve prendere atto e agire. Non si può tollerare, né giustificare, che un luogo con tanta offerta culturale e turistica debba vedersi penalizzato da un servizio tanto scadente quanto sorprendentemente obsoleto. Un software antico su un bancomat è come un retaggio del passato che invece di aggiungere carattere alla città, ne deturpa l’immagine di modernità e accessibilità.
L’esigenza di interventi è chiara, e l’appello si estende affinché si intraprendano azioni immediate per risolvere una situazione che trasuda frustrazione da ogni circuito. I cittadini di Randazzo meritano un servizio che rispecchi l’efficienza della società moderna, non un fossile tecnologico che li costringe a viaggiare nel tempo e nello spazio per i bisogni più elementari.La presente sotto forma di richiesta è indirizzata alla Direzione Generale delle Poste Italiane e al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).In attesa che i responsabili rispondano con soluzioni attese da oltre trent’anni, gli abitanti di Randazzo tengono duro, sperando che la modernizzazione non sia un tabù, ma un diritto che finalmente si concretizzi nel loro quotidiano. Lettera di Alfio Papa ai giornali