L’annunciato appuntamento con la storia politico amministrativa di Randazzo è arrivato. Trascorsi i 20 giorni dalla presentazione, le dimissioni sono diventate irrevocabili. Da ieri Francesco Sgroi non è più sindaco di Randazzo. Ha rimesso il mandato ed è pronto a ricandidarsi alle amministrative, che quasi certamente saranno a fine maggio, dopo aver perso la maggioranza in Consiglio comunale. E lo ha fatto convocando una conferenza stampa in cui non ha risparmiato accuse ai suoi avversari politici, contestando il clima che si creato in Consiglio, dove anche in occasione dell’ultima seduta non sarebbero mancate accuse e polemiche. «Mi dimetto. –ha affermato Sgroi – Intendo dare un esempio di democrazia. Questa città deve tornare alle elezioni. Io ho sempre criticato le altre Amministrazioni o anche i miei predecessori che sono rimasti ostaggio del Consiglio comunale. Quando un sindaco non è più in condizione di svolgere il proprio mandato e di mantenere le promesse effettuate nel programma elettorale, deve restituire il mandato agli elettori. Io sono il primo sindaco randazzese della seconda Repubblica che esercita questo esempio di democrazia e lo faccio conscio di aver raggiunto due terzi del programma elettorale, assieme a quei consiglieri comunali che, sempre a quel programma, sono rimasti fedeli».
Poi Sgroi ha ricordato alcuni dei traguardi raggiunti: «Questa città – ha spiegato – oggi è più sicura dal punto di vista sanitario, grazie alla realizzazione dell’elisuperficie notturna ed al potenziamento del Polo diagnostico nell’ex ospedale. Inoltre abbiamo restituito dignità alla città rendendola a misura di bambino. Sono orgoglioso di poter dire che oggi i bambini, normodotati e non, possono giocare insieme nella nostra bambinopoli inclusiva. Ed io – ribadisce – non posso consentire ad alcuno di distruggere il lavoro svolto. Di conseguenza che sia il cittadino a decidere da chi deve essere rappresentato. Io ovviamente mi ricandido». Secondo Sgroi, al di là delle diverse opinioni che possono scaturire fra Giunta e Consiglio comunale durante la sindacatura, l’obbiettivo che tutti dovrebbero perseguire è la realizzazione del programma elettorale. Per questo parla di tradimento: «Abbiamo sempre il dovere – afferma – di muoverci nel solco del patto stipulato con la città. Ed il Consiglio deve supportare l’azione dell’Amministrazione. E chi ritiene che i traguardi indicati in campagna elettorale non sono più gli obiettivi più importanti da raggiungere è ovvio che tradisce il mandato».
Sgroi fa un esempio: «Nell’ultima seduta il Consiglio ha rinviato l’approvazione del bilancio consolidato. Si tratta di un atto dovuto il cui rinvio produce soltanto il mancato trasferimento dei trasferimenti statali al Comune. Le mie dimissioni di conseguenza sono l’antidoto a tutto ciò, sono il rimedio affinché si faccia del male a questa città». Poi in conferenza stampa sono stati affrontati i temi dei debiti antecedenti alla dichiarazione del dissesto, del project sul cimitero, dell’evasione delle tasse. Argomenti che meritano un adeguato approfondimento e che saranno certamente argomenti della imminente campagna elettorale. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 25-02-2022